«Qui giace Raffaello: da lui, quando visse, la natura temette d’essere vinta, ora che egli è morto, teme di morire». Questo è l’epitaffio latino che celebra la prematura scomparsa dell’artista, rapito al mondo nel fiore degli anni. Venne sepolto il 5 aprile 1520 all’interno del Pantheon, edificio romano a lui molto caro. La mostra Raffaello 1520-1483 delle Scuderie del Quirinale sembra voler porre l’accento sulla continuità a tutto tondo con l’antico: come viene mostrato nelle varie sezioni, egli cercherà sempre una dialogo con l’arte romana, dalla scultura all’architettura.
Passeggiando virtualmente per le Scuderie si assiste, sala dopo sala, a volti, sguardi e gesti di straordinaria bellezza. L’ossessione di Raffaello non è solo rivolta all’antico ma anche al contemporaneo: le difficili commissioni di Leone X lo obbligano a circondarsi di intellettuali e di giovani aiutanti per portare a termine i suoi compiti. Celebre sarà, ad esempio, la sua amicizia con il perfetto cortigiano Baldassare Castiglione, di cui viene esposto il ritratto. Di grande impatto sono i cartoni policromi per un ciclo di arazzi dedicati alle vite dei Santi Pietro e Paolo da collocare lungo le pareti della Cappella Sistina in dialogo con la volta michelangiolesca.
Pittore della grazia, il suo ideale di bellezza ha connotati filosofici: supera le inevitabili imperfezioni, ispirandosi al neoplatonismo, all’armonia e alla grazia delle poesie di Petrarca che tanto amava leggere e da cui prese spunto anche per comporre dei propri sonetti mentre si dedicava ai disegni della Stanza vaticana della Segnatura.
È possibile accedere dal tour virtuale guidato da qui. Per un tour nelle Stanze Vaticane consigliamo questo video.