Il 14 aprile 1912 nasce a Gentilly, sobborgo di Parigi, quello che sarà uno dei più grandi fotografi del Novecento francese, Robert Doisneau. Insieme ad Henri Cartier-Bresson è il fondatore del fotogiornalismo di strada e uno degli esponenti maggiori della corrente “umanista” della fotografia.
Nel corso della sua vita lavora con Renault e Vogue, ma la sua vera vocazione è fotografare la vita reale, quella per strada. Nessuno ha saputo cogliere meglio di lui l’anima di Parigi e dei parigini. I suoi scatti raccontano di frammenti di vita legati agli innamorati, ai bistrot, agli atelier, ai bambini che giocano per strada, alle vecchie professioni.
Ha saputo cogliere l’attimo e cristallizzarlo come se guardando l’immagine quello spaccato di vita si ripetesse all’infinito; sembra quasi di sentire i profumi, gli schiamazzi dei bimbi. La sua è poetica per immagini, racconta di sentimenti, di storie.
Lui stesso definisce il suo lavoro così: «Quello che io cercavo di mostrare era un mondo dove mi sarei sentito bene, dove le persone sarebbero state gentili, dove avrei trovato la tenerezza che speravo di ricevere. Le mie foto erano come una prova che questo mondo può esistere». Lo fa con tenerezza, con discrezione, a volte anche con un registro ironico
Quello che ci tramanda è l’immagine di Parigi del dopoguerra, fissata nell’immaginario collettivo. Tra le sue foto è impossibile non riconoscere Il bacio davanti all’Hotel De Ville, scattata nel 1950. Doisneau stava realizzando un servizio fotografico per la rivista Life quando chiese a due giovani, Françoise Bornet e Jacques Carteaud, di posare per lui e di darsi un bacio. Le identità dei due giovani rimasero sconosciute fino al 1992, quando Denise e Jean-Louis Lavergne denunciarono pubblicamente l’artista sostenendo di essere stati ritratti senza il loro consenso. L’azione dei due diffamatori portò Doisneau ad ammettere che i protagonisti della foto erano in posa, a dispetto di quanto fu garantito all’epoca da Life. Françoise Bornet, a quel punto, decise di uscire allo scoperto e dopo quarant’anni tornò dal fotografo. Dimostrò di essere lei la ragazza della foto mostrando la copia autografata della stampa realizzata da Doisneau e inviatale dallo stesso a pochi giorni dallo scatto. Successivamente la Bornet vendette la stampa per 155mila euro.
Come già accennato, la fotografia di questo incredibile artista ruota attorno all’umanità dei soggetti e a concetti quali semplicità, unicità e spontaneità. L’utilizzo del bianco e nero serve per raccontare: lungi dall’essere una scelta tecnica, dietro ogni fotografia c’è il desiderio di non lasciar sfuggire quell’attimo irripetibile.

Valentina Bortolotti
Nata a Roma, è laureata in Storia dell’arte e attualmente sta studiando per ottenere il patentino da accompagnatrice turistica. Fotografa autodidatta, guida turistica in erba, ama trascorrere il tempo nei musei in solitaria.