Primo PianoTeatro e DanzaRitratti teatrali: Henry Irving, la storia e il mistero

Beatrice D'Angelo8 Novembre 2019
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Henry Irving nacque con il nome di John Brodribb a Keinton Mandeville, il 6 Febbraio 1838. Il padre era un mercante, mentre la madre proveniva da una famiglia della Cornovaglia. I genitori non disponevano dei mezzi necessari per consentirgli un’istruzione adeguata, che ottenne però grazie all’interesse di una zia, la quale lo accolse in casa propria. Quando i genitori si trasferirono a Londra, poté riunirsi a loro e frequentare una scuola. Durante questo periodo iniziò a interessarsi alla recitazione e al teatro. Dopo avere ottenuto una discreta somma in eredità da uno zio, acquistò del materiale di scena, prese lo “stage name” che lo rese famoso e iniziò la propria carriera di attore. Debuttò al Royal Lyceum Theatre, nei panni del Duca d’Orleans in Richelieu.

Dopo quindici anni di fortuna altalenante e di spostamenti continui, iniziò a recitare in ruoli da protagonista. Tentò anche di ottenere il successo a Londra con parti comiche, ottenendo solo tiepide risposte da parte del pubblico. Alla fine della decade del 1860 interpretò, al fianco di Ellen Terry, la parte del coprotagonista in Katerine and Petruchio al Queen’s Theatre. Questi furono gli anni in cui conobbe la sua prima moglie, Florence O’Callaghan, ma il matrimonio non fu felice in quanto lei non riusciva a capire il talento artistico del marito. Ebbero due figli, Harry e Laurence, che seguirono le orme artistiche di Irving. Laurence è anche autore di una biografia del padre. La separazione dalla moglie, che era già in atto, divenne definitiva quando – dopo il primo trionfo di Irving con The Bells – Florence gli chiese: «Hai intenzione di renderti così ridicolo per il resto della tua vita?». Egli fece fermare la carrozza su cui stavano viaggiando, scese, e i due non si parlarono mai più.

Nel 1870 a Irving venne offerto un contratto per interpretare il coprotagonista nelle produzioni del Lyceum Theatre. Il successo arrivò nel 1871 con The Bells, in cui Irving interpretava il ruolo del perfido Mathias. Da quel momento – con le convincenti interpretazioni fornite in Macbeth, Otello e Riccardo III – Irving ottenne sempre maggior successo, che gli vide riconosciuto l’accesso ai Club più esclusivi, tra cui il Prince of Wales. Nel 1875 passò dall’essere semplicemente un attore a divenire il primo “actor-manager”, quando la vedova del manager del Lyceum gli propose il ruolo che era stato del defunto marito. La figura da lui ricoperta divenne fondamentale per il successo del teatro, dato che tutta la responsabilità cadeva sulle sue spalle. All’epoca, infatti, i teatri infatti si autosovvenzionavano, per cui il manager doveva scegliere bene quali opere mettere in scena, pena la bancarotta.

In questa seconda fase della sua vita, Irving incontrò Bram Stoker, che fu il suo braccio destro fino alla morte, e strinse anche un rapporto più personale con Ellen Terry, attrice di gran talento che aveva già conosciuto al Queen’s Theatre e con cui probabilmente intraprese una relazione fino al 1903. Irving voleva che la Chiesa riconoscesse l’importanza del teatro, e che esso fosse quindi considerato rispettabile al pari delle altre arti, poiché in quel periodo godeva di una pessima fama. Puntò molto sulla pubblicità, rinnovò le produzioni sia dal punto di vista della scenografia che della musica, e ottenne un ottimo riscontro da parte del pubblico (in particolare con Il Mercante di Venezia, in cui recitò anche Edwin Booth, fratello del famoso John Wilkes Booth che il 15 Aprile 1865 uccise Abraham Lincoln, Presidente degli Stati Uniti d’America).

Irving aveva una personalità magnetica e misteriosa, attirava non solo il pubblico quando si trovava sul palcoscenico, ma anche tutti quelli che gli stavano attorno. Venne spesso criticato per la sua pronuncia idiosincratica, ma grazie a delle registrazioni della sua voce si può dedurre che ciò sia stata una bugia messa in atto per screditarlo. Dal punto di vista fisico, era alto, aveva un naso aquilino e portava gli occhiali (ma mai sul palco, per aiutare la propria performance memorizzava la disposizione degli oggetti prima di entrare in scena, così da non andare a tentoni).

Per tutte queste caratteristiche, fu ispirazione importantissima per la creazione del personaggio di Dracula nell’omonima opera del suo braccio destro, Bram Stoker. Dracula viene infatti descritto come pallido, alto, vestito sempre di nero, con uno sguardo penetrante. Inoltre sappiamo che il famoso vampiro può trasformarsi in un pipistrello e possiede un mantello, tratti che probabilmente derivano dall’interpretazione di Irving in Faust (1885), in cui l’attore ha il ruolo di Mefistofele e porta un mantello rosso che lo fa somigliare proprio a un pipistrello.

Irving ottenne un successo così grande da riuscire a portare la propria produzione anche negli Usa. Viaggiava spesso in treni speciali che trasportavano tutta la sua attrezzatura di scena. Egli trasformò il teatro inglese e per questo fu il primo attore in assoluto a ottenere il cavalierato, nel 1895, dalla regina Vittoria. Seguì però un periodo di crisi, dovuto a un problema al ginocchio e anche a un incendio che aveva irrimediabilmente distrutto gran parte del Lyceum. Irving fu costretto a dedicarsi ai tour, e morì durante uno di essi. Le sue ultime parole furono quelle del personaggio che interpretava, Becket: «Nelle tue mani, oh Dio, nelle tue mani!». Così, dopo una vita di successi e fallimenti, passione e mistero, Sir Henry Irving venne cremato, e le sue ceneri riposano ancora oggi all’Abbazia di Westminster.

Beatrice D'Angelo

Nata a Messina, laureata in Lingue e Letterature Straniere, attualmente sta studiando per conseguire il titolo magistrale. Ama la musica, la storia, il buon cibo e la buona compagnia. Le piace catturare paesaggi con la sua macchina fotografica. Sfrutta ogni occasione per imparare qualcosa di nuovo e per viaggiare, soprattutto in treno.