LetteraturaPrimo PianoVa all’asta da Sotheby’s un raro manoscritto di Emily Brontë

Lucia Cambria31 Maggio 2021
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Il 2 luglio andrà all’asta, a Londra, un raro manoscritto contenente alcune poesie di Emily Brontë (1818-1848), autrice del celeberrimo Cime tempestose. La cosa eccezionale è che questi scritti contengono una serie di correzioni a matita fatte dalla sorella Charlotte (1816-1855), nota soprattutto per Jane Eyre. Il manoscritto fa parte della Honresfield Library, costruita dall’aristocratico britannico William Law e ampliata poi dal fratello Alfred Law e da suo nipote Sir Alfred Joseph Law.

Il manoscritto, definito «incredibilmente raro», andrà all’asta come parte di una “biblioteca perduta” che è stata celata al pubblico per quasi un secolo. La collezione di poesie fu assemblata da Arthur Bell Nicholls, il vedovo di Charlotte, scomparsa prematuramente a 38 anni e nonostante ciò la sorella Brontë che visse più degli altri fratelli.

Nicholls vendette la maggior parte dei manoscritti delle Brontë nel 1895 al celebre bibliofilo Thomas James Wise. I fratelli Alfred e William Law acquisirono alcuni di quei cimeli da Wise, incluso il manoscritto contenente le poesie di Emily. La biblioteca dei fratelli Law, a Honresfield House, non venne più aperta al pubblico quando il loro nipote ed erede, Alfred Law, morì nel 1939. Negli ultimi novant’anni, soltanto due studiosi hanno avuto accesso alla biblioteca.

Sotheby’s ha stimato il manoscritto, contenente 29 poesie, tra 800.000 e 1.2 milioni di sterline. Oltre a essere raro, è il manoscritto più importante appartenente a Emily Brontë mai messo all’asta. Inoltre, è l’unico in cui figurano alcune tra i più celebri componimenti della scrittrice: No Coward Soul is Mine, The Bluebell e The Old Stoic.

Del manoscritto me parla anche da Charlotte nella sua prefazione a Cime tempestose del 1850: «Trovai per sbaglio un volume di poesie con la grafia di mia sorella Emily. Lo osservai e qualcosa più di una sorpresa s’impadronì di me: ero fermamente convinta che quelle non fossero comuni effusioni come quelle che le donne generalmente compongono. Le trovavo condensate e concise, vigorose e genuine. Al mio orecchio suonavano d’una musica peculiare: melancolica ed elevante».

Oltre a una collezione di annotazioni scambiate tra Anne ed Emily Brontë, Sotheby’s metterà all’asta anche una lettera di Charlotte al suo editore George Smith, nella quale commenta alcune recensioni di Jane Eyre.

I versi contenuti nel manoscritto che andrà all’asta, sono stati scritti da Emily tra il 1844 e il 1846 e la poetessa non aveva alcuna intenzione di pubblicarli. Nel 1845, però, Charlotte li trovò e la convinse a includerle in un piccolo volume che le sorelle pubblicarono sotto pseudonimo. Si riporta qui la prima delle poesie menzionate sopra, No Coward Soul is Mine, in cui si erge un certo anelito verso l’Assoluto che tutto permea e che tutto regna:

 

«Non è vile la mia anima
non trema nella tempestosa sfera del mondo
vedo risplendere la gloria celeste
risplende così la mia fede armandomi contro ogni paura

O Dio nel mio cuore,
onnipotente, onnipresente Divinità
vita, che in me riposa,
come io, Vita Immortale, ho forza in te.

Vane sono le mille convinzioni
vive nel cuore degli uomini, inesprimibilmente vane,
come erba avvizzita non hanno forza,
come la pigra schiuma tra le libere onde

Per suscitare dubbi in chi crede
così intensamente alla tua infinità
in chi con tanta certezza si regge
alla salda roccia dell’immortalità

Con amore che tutto abbraccia
il tuo spirito anima gli anni dell’eternità
pervade e in alto si libra,
muta, sorregge, dissolve, crea e serba la vita

Se terra e luna svanissero
se cessassero di esistere soli e universi
se tu solo esistessi
ogni esistenza esisterebbe in te

Non vi è spazio per la morte
non un solo atomo che la sua forza possa annientare
poiché tu sei Essenza e Respiro
e quel che tu sei non può venire distrutto»

Lucia Cambria

Siciliana, laureata in Lingue e letterature straniere e in Lingue moderne, letterature e traduzione. Particolare predilezione per la poesia romantica inglese e per la comparatistica. Traduttrice di prosa e versi, nel 2020 ha trasposto in italiano per Arbor Sapientiae il romanzo "L’ultimo uomo" di Mary Shelley.