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«Rosa riso d’Amor, del Ciel fattura, Rosa del sangue mio fatta vermiglia, pregio del mondo, e fregio di Natura, de la Terra e del Sol vergine figlia, d’ogni Ninfa e Pastor delizia e cura, onor de l’odorifera famiglia, tu tien d’ogni beltà le palme prime, sovra il vulgo de’ fior Donna sublime»   Esiste forse un elogio ancor più vigoroso di quello dedicato alla rosa di Giovan Battista Marino? L’incontro tra Venere e Adone sta...

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I dolori del giovane Werther è il romanzo che nel 1774 rese Johann Wolfgang von Goethe, all’epoca solo venticinquenne, uno dei più grandi scrittori europei. Il successo dell’opera fu eclatante, addirittura in maniera quasi fastidiosa nei confronti dello stesso suo autore, che in Viaggio in Italia commenterà così la “morbosità” del suo pubblico: «Qui mi importunano con le traduzioni del mio Werther, me le mostrano e chiedono quale sia la migliore e se la storia...

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Spesso gli studiosi si sono domandati quando sia nato il romanzo moderno, grazie a quale opera e in quale fermento culturale. Ed è quantomeno incredibile che il primo romanzo italiano risalga all’Ottocento, e sia I Promessi Sposi del nostro Alessandro Manzoni, quando invece il “primo” romanzo della modernità è stato scritto a cavallo tra il 1500 e il 1600. Eppure, gli italiani sono stati i primi per tanti secoli e in tante forme d’arte, ma...

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Era il 1883 quando sul periodico parigino Le Chat Noir, Paul Verlaine pubblicava il sonetto Languore in cui identificava se stesso con l’Impero romano alla fine della decadenza, assumendone tutte le caratteristiche negative: la stanchezza, il vuoto, la noia, la fuga nell’evasione e nel divertimento. Siamo agli albori del Decadentismo, la cui visione del mondo è legata alla convinzione che ragione e scienza non siano in grado di fornire la chiave della conoscenza del reale...

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Una poesia di John Donne (Londra, 1572-1631), composta nel 1611, pone in risalto l’atto del dare l’addio, di accomiatarsi da una persona cara: A Valediction: Forbidding Mourning (Un congedo: vietato piangere). La parola inglese “valediction” deriva dal latino “vale dicere”, ovvero “dire addio”. Questa espressione si usa per accomiatarsi, anche come saluto finale in una lettera. Il termine trova utilizzo anche per riferirsi a quel discorso che viene fatto in particolari cerimonie, come quella di...

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Harold Bloom, uno studioso che conosceva molto bene William Shakespeare, si era sempre stupito del fatto che, sebbene non fosse uno dei capolavori comici del drammaturgo, il pubblico ricordasse così bene una commedia come Molto rumore per nulla, al punto da rendere quel suo titolo una frase proverbiale, da adoperare quando si fanno tante storie e si strepita per avvenimenti che non meriterebbero una simile agitazione. Eppure, quando si parla di sentimenti è così. Al...

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Vi è uno scrittore duecentesco che è stato paragonato ad alcuni altri del secondo Ottocento per temi piuttosto simili: la propensione al vizio nella propria condotta e il relativo compiacimento, la scelta di una vita misera ed errabonda. Figure tipiche di questo “maledettismo” sono infatti scrittori come Charles Baudelaire, Paul Verlaine, Arthur Rimabaud e ancora, in Italia, il gruppo degli Scapigliati cui facevano parte figure quali Emilio Praga, Igino Ugo Tarchetti, Arrigo Boito. Stiamo parlando...

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«Mentre parliamo il tempo è già in fuga, come se provasse invidia di noi. Afferra la giornata confidando il meno possibile nel domani». Così Orazio parlò di quel «afferra la giornata», erroneamente tradotto in «cogli l’attimo», che per molti di noi è ormai divenuto un motto: “carpe diem”. Bisogna quindi avere fiducia solo nel presente, l’unica vera certezza nella vita dell’uomo. E proprio attorno a questo concetto ruota To his coy mistress (Alla sua amante...

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I suoni che le lettere etrusche esprimono possono essere compresi perché il sistema di scrittura utilizzato è un adattamento di quello che, a partire dal IX secolo a.C., circolava nel Mediterraneo. Secondo le testimonianze delle fonti scritte latine lasciateci da Tacito e Plinio, la scrittura fu introdotta in Etruria nella seconda metà del VII secolo a.C. per opera del corinzio Demarato; eppure, le più antiche iscrizioni – nelle quali si avverte la coesistenza di segni...

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«Stavvi Minòs orribilmente, e ringhia: / essamina le colpe ne l’intrata; / giudica e manda secondo ch’avvinghia. / Dico che quando l’anima mal nata / li vien dinanzi, tutta si confessa; / e quel conoscitor de le peccata / vede qual loco d’inferno è da essa; / cignesi con la coda tante volte / quantunque gradi vuol che giù sia messa. / Sempre dinanzi a lui ne stanno molte: / vanno a vicenda ciascuna al...