ArtePrimo PianoSuppellettili romane: il tesoro di Boscoreale

Anna D’Agostino26 Febbraio 2022
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Solitamente quando si pensa ai rinvenimenti archeologici scoperti a seguito della famosa eruzione del Vesuvio verificatosi nel 79 d.C vengono subito in mente i celeberrimi affreschi pompeiani o i bronzi ellenistici rimasti quasi del tutto intatti dal momento dell’imponente fenomeno geologico. Oltre ciò, quando cominciò a riemergere quello che rimase sepolto sotto la coltre di lava, vennero alla luce – a partire dalla seconda metà del XIX secolo – dei preziosi oggetti d’argento: si tratta di suppellettili da mensa e da simposio e oggetti per la toelette femminile di finissima fattura.

Fu la testimonianza che all’epoca dell’eruzione, l’aristocrazia romana e i ricchi proprietari terrieri avevano raggiunto un livello considerevole di lusso e agiatezza. Inoltre già Ottaviano aveva dovuto promulgare leggi suntuarie contro i costumi corrotti e l’ostentazione della ricchezza. Nonostante questo, case e ville di Pompei e dintorni mantennero il loro alto tenore come attestano le suppellettili in questione e altri oggetti preziosi come i gioielli, recuperati durante gli scavi.

Fra questi si colloca un tesoro eccezionale, nascosto dal proprietario forse proprio all’inizio dell’eruzione, avvolto in un drappo di stoffa e custodito all’interno di una cassetta di legno, posto nel torcularium della Villa della Pisanella a Boscoreale, alle pendici del vulcano. Si tratta di un tesoro formato da mille monete e da 109 suppellettili d’argento (in parte dorato) del peso di trenta chili risalenti agli inizi del I. sec. d.C., che fu ritrovato nel 1895 durante gli scavi della suddetta villa rustica. Inizialmente, visto l’altissimo valore degli oggetti in questione, si è pensato che a esserne in possesso fosse stata addirittura la famiglia imperiale. In realtà questo gruppo di manufatti fu accumulato nel tempo come forma di tesaurizzazione della ricchezza, con acquisti diversi da parte di vari proprietari, probabilmente tra l’età augustea e il momento dell’eruzione.

Rinvenimento di argenterie dalla Villa della Pisanella a Boscoreale

Il tesoro di Boscoreale è composto da un servizio da tavola quasi completo, formato fra le altre cose da coppe, brocche, bicchieri, piatti e posate; inoltre fanno parte del tesoro oggetti per la toeletta femminile fra cui tre specchi d’argento e alcuni monili d’oro, privi di ornamenti o decorati con motivi vegetali e scene figurate.

Meravigliosi sono i pezzi decorati con riferimenti alla realtà politica coeva: due coppe con ritratti di Augusto e Tiberio, oggi in una collezione privata, due brocche con figure di Vittoria e infine la cosiddetta Coppa d’Africa del Louvre, con un emblema lavorato a parte e poi inserito nella vasca bassa e larga. Quest’ultimo pezzo merita un approfondimento in quanto possiede un’interessante significato allegorico: il busto femminile ha un copricapo formato dalla testa di un elefante e una serie di attributi orientali che connotano la donna che vi è raffigurata come una regina. Si è pensato a una personificazione dell’Africa, della Libia o di Alessandria, ma i particolari tratti del volto e la capigliatura sembrano indicare forse un ritratto. In tal caso non si tratterebbe di Cleopatra VII, perché nemica di Roma, ma più probabilmente di sua figlia Selene, sposa di Juba II re di Mauritania, protetto da Augusto. L’effige che decora il centro della coppa è ricca di simboli, fra cui è subito riconoscibile la cornucopia sormontata da una luna crescente, allusiva a Selene, decorata col busto di Helios (il sole) e i simboli dei Dioscuri; vi sono inoltre l’arco, il sistro, il delfino, la clava, la lira, il caduceo come richiami a divinità e alcuni animali come il cobra, il leone, la pantera come allegorie dell’Africa.

Coppa d’Africa, da Boscoreale, argento in parte dorato, I. sec. d.C.

Degni di nota sono anche una coppia di bicchieri che recano una decorazione a rilievo molto particolare: sotto una ghirlanda di rose si muovono numerosi scheletri raffigurati in varie attività. Tra queste vivaci figure si leggono nomi greci e motti di tipo epicureo come: «Divertiti finché sei in vita, il domani è incerto».

Coppia di bicchieri con rappresentazione di scheletri, da Boscoreale, argento, inizi del I sec. d.C., Parigi, Musée du Louvre

Interessanti sono pure due brocche per versare il vino, decorate con Vittorie alate che sacrificano un toro e un cervo al simulacro di Atena per celebrare la “pax augustea”.

Brocca con figura alata, da Boscoreale, argento, inizi del I secolo d.C., Parigi Musée du Louvre

Gli oggetti da toeletta dovevano appartenere alla moglie del proprietario, pertanto i tre specchi d’argento presentano tematiche legate al mondo mitologico e alla sensualità femminile. In uno di essi,  forse il più pregiato, è raffigurata – al centro del medaglione – Leda che abbevera il cigno (Giove); il secondo invece presenta l’immagine di Dioniso con sguardo patetico, e l’ultimo – nonostante il disco sia vuoto – ha il manico a forma di clava che termina in una pelle di leone, chiaro riferimento ad Omphale.

Specchio con Leda e il cigno, da Boscoreale, argento lavorato a sbalzo, inizi del I secolo d.C., Parigi, Musée du Louvre

La maggior parte dei pezzi d’argenteria di cui si è parlato sono custoditi al Louvre di Parigi, luogo nel quale arrivarono tramite esportazione clandestina in quanto il proprietario del terreno in cui il tesoro fu ritrovato, tale Vincenzo De Prisco, fece piazzare i manufatti sul mercato antiquario dal napoletano Cesare Canessa, proprietario insieme ai due fratelli di case d’asta a Parigi e New York, oltre che a Napoli, il quale fece da intermediario con i funzionari del Louvre e con il barone Edmond De Rotschild che acquistò le argenterie in seguito donate al museo parigino.

Il tesoro di Boscoreale esposto al Louvre

Anna D’Agostino

Classe '93, laureata in Storia dell'Arte con una tesi in Museologia sull'arredamento dell'Ambasciata d'Italia a Varsavia dalla quale è scaturita una pubblicazione in italiano e polacco. Prosegue la ricerca inerente l'arredamento delle Ambasciate d'Italia nel mondo grazie a una collaborazione con la DGABAP del Mibact. É iscritta al Master biennale di II livello "Esperti nelle Attività di Valutazione e di Tutela del Patrimonio Culturale".