CinemaPrimo Piano“Storia di un matrimonio” mette in dubbio le (poche) certezze sull’amore

Bianca Damato20 Dicembre 2019
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Storia di un matrimonio è un film semplice. Non c’è altro aggettivo che possa descriverlo in modo altrettanto efficace. Un film semplice che cattura il cuore e i sentimenti dello spettatore, lo rapisce e lo fa immergere nella storia che, proprio per la sua linearità, permette a chiunque di immedesimarsi e di vivere il racconto in maniera del tutto personale. È la storia di amore che finisce, o meglio è già finito, e ciò che devono fare i protagonisti è rimettere insieme i cocci e provare ad andare avanti. Un film davvero ben sceneggiato, che tratta con delicatezza il tema del divorzio, senza perdersi in cliché.

Al centro del racconto c’è una coppia: Charlie, regista teatrale, e Nicole, attrice. I due, dopo anni di matrimonio e un bambino di otto anni, hanno deciso di separarsi. In particolare lei, stanca dell’egocentrismo del marito, decide di tornare a vivere a Los Angeles, sua città natale, dopo che per anni aveva vissuto con Charlie a New York per assecondarlo nella sua passione per il teatro. Adesso Nicole vuole del tempo per sé, ma soprattutto vuole riprendere la sua carriera da attrice televisiva e cinematografica. Lui non si capacita della cosa, ma è costretto a trasferirsi sull’odiata costa occidentale per affrontare le pratiche della separazione. Entrambi fortemente competitivi, Charlie e Nicole dovranno affrontare tutti gli ostacoli della fine di un matrimonio. Da qui prende le mosse la storia e quello che poteva sembrare un divorzio come tanti, forse persino amichevole, si trasforma in un incubo, in una battaglia all’ultimo sangue su chi la spunterà.

A dare lustro al film, diretto da Noah Baumbach, sono sicuramente i due attori protagonisti: Scarlett Johansson, nei panni di Nicole, e Adam Driver, in quelli di Charlie. Due attori giovani, che qui danno prova della loro bravura, regalando probabilmente le loro migliori interpretazioni. Infatti, riescono perfettamente a raccontare quanto un divorzio possa cambiare una persona. La coppia, che inizialmente sceglie di separarsi amichevolmente, arriva a insultarsi verbalmente e a litigare furiosamente all’interno di un appartamento. In mezzo a tutta questa vicenda c’è loro figlio, Henry, di circa otto anni, interpretato da un bravissimo Azhy Robertson, che viene portato a vivere in una nuova città, costretto a cambiare abitudini e a fare i conti con gli assistenti sociali, chiamati a valutare i genitori. Un bambino che soffre in silenzio, fa finta di non capire, ma in realtà comprende ciò che accade intorno a lui e si chiude nella più totale apatia.

Degni di nota sono anche gli attori non protagonisti. C’è una strepitosa Laura Dern, che interpreta Nora Fanshaw, l’avvocato di Nicole, il personaggio più divertente ed eccentrico del film. Una donna forte, abituata a nuotare nella vasca degli squali, ma che dentro di sé porta le ferite di un passato complicato. E poi ci sono gli avvocati di Charlie, il più anziano – e più tenero – Bert, interpretato da un inossidabile Alan Alda, e lo spietato Jay Marotta, portato sullo schermo da Ray Liotta.

Il film è già candidato a svariati premi, in particolare ha ottenuto ben sei candidature ai Golden Globe – per la regia, la sceneggiatura, gli attori e la colonna sonora – e non c’è dubbio che sarà uno dei competitor più agguerriti per la sfida della “award season”. Un’ultima considerazione: Storia di un matrimonio ricorda molto da vicino il film del 1979 Kramer contro Kramer, interpretato da Dustin Hoffman e Meryl Streep; quella pellicola permise alla Streep di vincere il primo Oscar della sua carriera e chissà che questo “Kramer in salsa XXI secolo” non permetta alla Johansson di conquistare il podio più alto di Hollywood.

Bianca Damato

Giornalista, è nata a Benevento ma ha sempre vissuto a Roma. Ama viaggiare ma più di ogni altra cosa adora il cinema. Nel tempo libero va a teatro e non si perde mai un gran premio di MotoGP.