LetteraturaPrimo PianoSnoopy, la saggezza che diventa un fumetto

Ludovica D'Erasmo25 Ottobre 2019
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«Era una notte buia e tempestosa»: è così che il cagnolino più famoso della letteratura contemporanea ha provato e riprovato invano a comporre l’incipit dei suoi scritti. È Snoopy, un simpatico personaggio a quattro zampe, dalle poliedriche capacità umane, che colora di pensieri geniali le menti dei suoi lettori. Un capolavoro a fumetti che nasce dalla matita di Charles M. Schulz, disegnatore e fumettista statunitense che ha dato vita alle famosissime strisce Peanuts. Il simpatico cagnolino ha fatto la sua prima apparizione nella striscia il 4 ottobre del 1950, due giorni dopo la nascita della serie.

Doveva chiamarsi inizialmente “Sniffy” oppure “Spike”, nomi che però non avrebbero soddisfatto a pieno la fantasia dell’autore; e così, il 10 novembre dello stesso anno, il simpatico personaggio prende il nome di Snoopy. Un suono che porta con sé tutta la dolcezza della matita di Schulz e si fa presentatore di quel tenerissimo cagnolino che non parla – emette a malapena qualche suono – e condivide con i suoi amici pensieri e idee sulla realtà che lo circonda. Una divertente e disincantata visione del mondo, uno spirito di osservazione nudo, capace di cogliere con simpatica ironia le stranezze e le contraddizioni dell’esistenza. Una brillante capacità contemplativa che si fa disegno e ritrae con la forza dell’umorismo il ridicolo delle cose e i paradossi della realtà umana. Insieme agli altri personaggi – il suo padrone Charlie Brown (“il bambino dalla testa rotonda”), l’uccellino Woodstock, Lucy, Linus e Sally Brown – Snoopy ha fatto il giro del mondo. I suoi pensieri sono stati tradotti in quasi tutte le lingue e oggi grazie al mondo di internet vengono letti e condivisi da milioni di persone ogni giorno.

Il tenerissimo cagnolino, della razza dei Beagle, acquisisce capacità umane a partire dal 1956, quando inizia a camminare a due zampe e a intraprendere passioni tutte umane. Pattina, gioca a basket e a baseball, è un collegiale nullafacente (quando indossa i suoi simpaticissimi occhiali da sole), usa la sua cuccia in modo estremamente originale: è solito sedersi sul tetto dove legge e scrive i suoi romanzi. Snoopy è un instancabile pensatore, una mente che trabocca di pensieri che necessitano di una tangibile collocazione artistica. Così il suo animo di scrittore si realizza provando e riprovando nella scrittura di romanzi che non andranno mai oltre la seconda riga. La loro incompletezza dimostra ai lettori e al dolcissimo Snoopy il suo animo costantemente riflessivo: riflette sulle azioni e sui pensieri, anche dopo essere stati formulati e compiuti. Sarà forse questo marchio di fabbrica che porterà il piccolo scrittore a tardare la pubblicazione dei suoi racconti? E ad esprimere le sue idee soltanto dialogando con i suoi amici? Forse sì, gli altri personaggi della serie controbilanciano la sua saggezza, esprimendo tutto ciò che c’è di umano nella vita quotidiana: la rabbia, il rancore, la tristezza, la paura, la gelosia, l’angoscia, l’ansia, ma anche la gioia e la serenità. Charlie Brown è un bambino tendenzialmente pessimista; Linus – il suo amico – è un insicuro, è solito portare con sé – in ogni luogo – la sua amata coperta, come senso di protezione e sicurezza (da questa immagine deriva, infatti, il famoso modo di dire); Sally e Lucy conservano un rapporto bonariamente conflittuale con Snoopy ma tendenzialmente volto all’amicizia e al bene. Infine, giallo e maldestro, è il piccolo Woodstock, un uccellino amico del protagonista che fa il suo ingresso nella serie nel 1967, stabilendosi su di un nido sopra un ramoscello. È il personaggio più curioso uscito dalla matita di Schulz. Vola a testa in giù, ha paura dell’altezza, non si esprime a parole. Nei suoi fumetti compaiono soltanto righe verticali che, però, il simpatico cagnolino sa interpretare benissimo. Pare sia un vivacissimo uccello migratore che nei mesi invernali dovrebbe volare verso sud, ma non sapendo dove sia il sud è solito spostarsi dall’altro lato della cuccia di Snoopy. Woodstock, però, nonostante le insicurezze da uccellino, segue il suo amato cagnolino in tutte le sue missioni, affiancandolo persino nelle imprese da aviatore contro il Barone Rosso.

La critica ha più volte letto nella figura poliedrica di Snoopy un dolcissimo alter ego del suo autore. Tutte le figure umane che il protagonista interpreterà teneramente, sarebbero i ruoli che lo stesso Schulz avrebbe ricoperto durante l’arco della sua esistenza. L’autore, però, avrebbe preferito tra tutte la figura di Snoopy scrittore, con la quale avrebbe salutato un’ultima volta il suo pubblico. Snoopy infatti compare nelle vesti di scrittore proprio il giorno prima della morte del suo inventore, l’11 febbraio del 2000.

«Cari amici, ho avuto la fortuna di disegnare Charlie Brown e i suoi amici per quasi cinquant’anni. È stata la realizzazione del sogno che avevo fin da bambino. Purtroppo, però, ora non sono più in grado di mantenere il ritmo di lavoro richiesto da una striscia quotidiana. La mia famiglia non desidera che i Peanuts siano disegnati da qualcun’altro, quindi annuncio il mio ritiro dall’attività. Sono grato per la lealtà dei miei collaboratori e per la meravigliosa amicizia e l’affetto espressi dai lettori della mia “striscia” in tutti questi anni. Charlie Brown, Snoopy, Linus, Lucy… non potrò mai dimenticarli». È con queste parole che Schulz saluta il suo amato pubblico, la sua matita e quei personaggi che gli hanno tenuto compagnia «nelle notti buie e tempestose», negli inverni e nelle primavere di quasi tutta una vita, cullando la sua mente geniale di artista.

Ludovica D'Erasmo

Fin da bambina coltiva la passione per la scrittura. I giochi di parole e le rime catturano la sua attenzione. Oggi studia Lettere moderne alla Sapienza e sulla scia di filosofi, scrittori e poeti realizza quello che, da sempre, è il suo grande sogno: scrivere un libro. Da tutto questo nasce "Rimasi". La sua scuola migliore, però, rimane il mondo campestre.