LetteraturaPrimo PianoPost-illa: verso il centenario della nascita di Gianni Rodari

Giorgia Pellorca25 Ottobre 2019
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Nel 2020 verranno celebrati i cento anni dalla nascita del maestro, scrittore e pedagogo Gianni Rodari (che il 23 ottobre di quest’anno avrebbe compiuto 99 anni). Mentore di molte generazioni di lettori, Rodari ci ha lasciato una serie di storie e di filastrocche divertenti, commoventi e anche “visionarie”: le tematiche da lui trattate sono di un’attualità disarmante. Attraverso gli strumenti incantati della fantasia e dell’immaginazione, questo autore ci ha donato molto di più di storielle e rimette: ci ha insegnato la consapevolezza e l’importanza dell’errore e la necessità di ripartire da esso. Benché parlasse (soprattutto, ma non solo) di norme grammaticali e regole lessicali, Rodari ci ha incoraggiato a rielaborare creativamente i nostri sbagli perché chi sa farlo sulla carta riesce a farlo anche nella vita. Ci ha mostrato quanto possa essere divertente la composizione di un testo. Ci ha svelato lo splendore di un’idea e la potenza dell’atto creativo. Ci ha eroicamente appassionati all’arte letteraria tra un’assonanza e un paradosso. Nel desiderio di commemorarlo, riportiamo di seguito una selezione di storie in rime tratte da Filastrocche in cielo e in terra.

 

Un punto piccoletto,
superbioso e iracondo
– Dopo di me, – gridava,
– verrà la fine del mondo!

Le parole protestarono:
– Ma che grilli ha pel capo?
Si crede un Punto e basta,
e non è che un Punto e a capo.

Tutto solo a mezza pagina
Lo piantarono in asso,
e il mondo continuò
una riga più in basso.

*

La palma della mano
I datteri non fa,
sulla pianta del piede
chi si arrampicherà?

Non porta scarpe il tavolo,
su quattro piedi sta:
il treno non scodinzola
ma la coda ce l’ha.

Anche il chiodo ha una testa,
però non ci ragiona:
la stessa cosa càpita
a più d’una persona.

*

C’era una volta un lago, e uno scolaro
Un po’ somaro, un po’ mago,
con un piccolo apostrofo
lo trasformò in un ago.
– Oh, guarda, guarda –
La gente diceva,
– l’ago di Garda!
– Un ago importante:
è segnato perfino sull’atlante.
– Dicono che è pescoso.
Il fatto è misterioso:
dove staranno i pesci, nella cruna?
– E dove si specchierà la luna?
– Sulla punta si pungerà,
si farà male…
– Ho letto che ci naviga un battello.
– Sarà piuttosto un ditale.
Da tante critiche punto sul vivo
Mago distratto cancellò l’errore,
ma lo fece con tanta furia
che, per colmo d’ingiuria,
si rovesciò l’inchiostro
formando un lago nero e senza apostrofo.

*

S’io avessi una botteguccia
Fatta di una sola stanza
Vorrei mettermi a vendere
Sai cosa? La speranza.

“Speranza a buon mercato!”
Per un soldo ne darei
Ad un solo cliente
Quanto basti per sei.

E alla povera gente
Che non ha da campare
Darei tutta la mia speranza
Senza farla pagare.

*

Non è grossa, non è pesante
La valigia dell’emigrante…

C’è un po’ di terra del mio villaggio,
per non restare solo in viaggio…

un vestito, un pane, un frutto,
e questo è tutto.

Ma il cuore no, non l’ho portato:
nella valigia non c’è entrato.

Troppa pena aveva a partire,
oltre il mare non vuol venire.

Lui resta, fedele come un cane,
nella terra che non mi dà pane:

un piccolo campo, proprio lassù….
Ma il treno corre: non si vede più.

Giorgia Pellorca

Vive nell'agro pontino e quando può si rifugia in collina, a Cori, tra scorci mozzafiato, buon vino e resti storici. Ha studiato Lettere moderne per poi specializzarsi in Filologia. Curiosità ed empatia si fondono nell'esercizio dell'insegnamento. Organizza eventi quali reading e presentazioni di libri.