ArteLetteraturaPrimo PianoPost-illa: la storia di Johanna Van Gogh

Giorgia Pellorca8 Aprile 2019
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La vedova Van Gogh di Camilo Sànchez, pubblicato dalla casa editrice Marcos y Marcos e tradotto da Francesca Conte, è una lettura interessante e scorrevole, leggera ma non frivola. Mette orgogliosamente in risalto il coraggio e l’ostinazione di Johanna, moglie di Theo e cognata di Vincent, eroina della quale si sa effettivamente poco, ma alla quale si deve molto: l’intera opera artistica (dipinti, disegni e lettere) dell’oggi più che conosciuto Vincent Van Gogh. Senza di lei tutto quello che oggi abbiamo e sappiamo sarebbe andato perduto.

Ma procediamo con ordine. La storia – ispirata perciò alla realtà – comincia in medias res con la morte di Vincent e l’implacabile dolore che avvolge Theo. La narrazione è alternata dalla focalizzazione interna (il diario di Johanna e le lettere di Vincent e Theo) a quella esterna di un narratore partecipe che descrive e racconta con zelo e passione ogni situazione. Si passa dunque dal genere epistolare/memoriale a quello romanzesco. E il tutto non stona: aiuta ad avere punti di vista differenti su ogni avvenimento, alterando così le percezioni del lettore. Impossibile non immedesimarsi in Johanna: divisa tra le mansioni domestiche e le cure di suo figlio, vorrebbe fare qualcosa per Theo, donargli una seconda vita, aiutarlo a ricominciare fino a quando non dovrà arrendersi all’idea che la perdita del fratello Vincent è, per suo marito, la perdita della vita stessa. Lo lascerà andare accompagnandolo a varcare la soglia della vita verso l’eterno aldilà e cercherà di vivere per entrambi i fratelli Van Gogh. Dalla Francia Johanna si sposta nella terra d’origine olandese, cresce un figlio, organizza e gestisce una locanda, legge le lettere di Theo e Vincent e quasi come una moderna manager incontra critici, promuove i quadri, organizza mostre; e mentre Van Gogh entra a far parte della storia e della cultura mondiale grazie a lei, Johanna non si scompone, sa di aver fatto il proprio dovere, la sua ricchezza è l’equità: è contenta della sua vita spesa per rendere giustizia al marito e al cognato.

Un omaggio necessario oltreché giusto a una persona straordinaria rimasta nell’ombra, Johanna Van Gogh-Bonger, che ha cambiato le sorti del panorama storico-artistico registrando nel diario la sua incredibile avventura: «Scrivo come chi tira fuori un piede da lenzuola e coperte mentre dorme, per tenersi a galla in mezzo alla notte. Per ritrovare la strada tornando da un sogno». Un’opera coraggiosa e commovente. Grazie, Johanna. E grazie all’autore Camilo Sànchez per averla generosamente donata a noi lettori.

Giorgia Pellorca

Vive nell'agro pontino e quando può si rifugia in collina, a Cori, tra scorci mozzafiato, buon vino e resti storici. Ha studiato Lettere moderne per poi specializzarsi in Filologia. Curiosità ed empatia si fondono nell'esercizio dell'insegnamento. Organizza eventi quali reading e presentazioni di libri.