Oltre duecentocinquanta opere in mostra al Palazzo delle Esposizioni costituiscono un’ampia retrospettiva sul lavoro di Gabriele Basilico a cura di Giovanna Calvenzi e Filippo Maggia. La mostra si articola in cinque sezioni: Milano. Ritratti di fabbriche 1978-80, Sezioni del Paesaggio italiano, Roma, Beirut, Le città del mondo.
Il primo progetto di indagine delle fabbriche milanesi degli anni 78-80 ha il sapore di una campionatura, di una galleria di uomini illustri riportata a indagine e conoscenza della realtà industriale milanese, in una luce intensa e brillante che esalta la funzionalità dell’architettura nelle sue forme nette, che orientano il tempo di una produttività quotidiana.

Le Sezioni del Paesaggio Italiano, come definite da Stefano Boeri, nell’intervista realizzata da Marina Spada nel 2002, sono ossari di progetti edilizi, nuovi quartieri periferici caratterizzati da centri commerciali, da strade ad ampia percorrenza, succursali, complessi edilizi, popolosi e imponenti conglomerati urbani.

La città di Roma, invece, intensamente e amabilmente sondata dall’occhio del fotografo, è documentata negli stessi scorci rappresentati dalle incisioni settecentesche di Giovanbattista Piranesi, un confronto che ne evidenzia il corso storico, le mutazioni, il diverso approccio percettivo, turistico e abitativo della città.

Toccante e incisiva l’esposizione delle due campagne fotografiche su Beirut, presentate insieme per la prima volta, realizzate rispettivamente nel 1991 a seguito del conflitto e nel 2011 a fine dei decenni di ricostruzione della città. Basilico ha rappresentato in un emozionato e partecipe bianco e nero, una città ancora viva nella sua pelle martoriata che non ha perso la propria identità, il proprio bagaglio di esperienze e speranze, che vuole riprendere vita tra le lacrime che ancora scorrono lungo le ferite.

La città, indagata a distanza di venti anni, viene ripercorsa negli scorci, nelle strade, nelle linee del porto, che la pellicola a colori delinea gentilmente, facendo trasparire la cura e la dedizione che presiede a una ricostruzione.




Nella sezione Le città del mondo le opere fotografiche si articolano su trame complesse di paesaggi cittadini, ritmati da luce ed ombra, da forme regolari o sinuose che si ripetono nelle fughe prospettiche e nelle analogie tra differenti città: Beirut, Milano, Roma, Palermo, Napoli, Barcellona, Madrid, Lisbona, Parigi, Berlino, Mosca, Gerusalemme, Boston, Londra, Tel Aviv, New York, San Francisco.

L’architettura è un complesso monumentale che vive di luce nel viaggio espositivo proposto dal Palazzo delle Esposizioni, dove le linee continue delle composizioni edilizie incorniciano lo sguardo verso il cielo, nella purezza di un bianco e nero o nella diafana trattazione del colore.

Lo spettacolo continuo della metropoli si veste di una infinita espansione multiforme, fermata in vedute aeree, in strade remote, in fabbricati defilati, nelle architetture del mondo produttivo. Le opere raccontano strati di pelle che si sovrappongono di anno in anno sul tessuto urbano, sviluppandosi nei contorni di periferie in costruzione, scheletrati, impalcature e ponti che raccordano il centro cittadino con la natura circostante.

Con fermezza e fissità da quadro metafisico le “città madri” offrono al fruitore le parti meno note, le proprie esperienze contraddittorie affidate allo sguardo, ai giochi geometrici, agli incroci e alle ramificazioni che rendono consorella ogni periferia del mondo.
La mostra Metropoli propone ritratti identitari di città che includono storia e contemporaneità, percorsi e forme del vivere che si imprimono allo sguardo ogni giorno: la città nella sua natura, nelle sue modificazioni è catturata attraverso paesaggi e arterie viarie, ampie strutture specchiate da nuvole, presenze che fendono lo spazio con la propria consistenza fisica che l’artista ha esplorato nella ricerca di una comprensione intima, di una empatia con i luoghi.

Nota biografica:
Dopo la laurea in Architettura al Politecnico di Milano nel 1973, Gabriele Basilico si dedica con continuità alla fotografia. La forma e l’identità delle città e i mutamenti in atto nel paesaggio urbano sono fin dagli esordi i suoi ambiti di ricerca privilegiati. Milano. Ritratti di fabbriche (1978-80) è il primo lavoro dedicato alla periferia industriale e corrisponde alla sua prima mostra in un museo (1983, Padiglione di Arte Contemporanea, Milano). Nel 1984 è invitato a far parte della Mission Photographique de la DATAR, voluta dal governo francese, e documenta le coste del nord della Francia. Nel 1991 partecipa a un’altra missione fotografica internazionale a Beirut, alla fine di una guerra durata oltre quindici anni. A Beirut tornerà altre tre volte: nel 2003, nel 2008 e nel 2011. Nel 1996, con Stefano Boeri, realizza un’accurata indagine sui mutamenti del paesaggio, Sezioni del paesaggio italiano, che verrà presentata e premiata alla VI Biennale Architettura di Venezia. Gabriele Basilico ha prodotto moltissimi lavori di documentazione di città in Italia e all’estero e realizzato un ampio numero di mostre e di libri personali. Considerato un indiscusso maestro della fotografia contemporanea, ha esposto in molti Paesi e ricevuto numerosi premi e riconoscimenti. Ha inoltre intrecciato il suo instancabile interesse per le trasformazioni del paesaggio urbano con attività seminariali, lezioni, conferenze e riflessioni scritte. Le sue opere fanno parte di importanti collezioni internazionali, pubbliche e private.

Nicoletta Provenzano
Nata a Roma, storica dell’arte e curatrice. Affascinata dalle ricerche multidisciplinari e dal dialogo creativo con gli artisti, ha scritto e curato cataloghi e mostre, in collaborazione con professionisti del settore nell’ambito dell’arte contemporanea, del connubio arte-impresa e arte-scienza.