La mostra L’ora dello spettatore. Come le immagini ci usano, a cura di Michele Di Monte, presso Palazzo Barberini pone al centro la visibilità, l’interazione tra arte e pubblico, il ruolo dello spettatore e i meccanismi psicologici che entrano in gioco nell’atto immersivo della visione, in una riflessione attenta e partecipe che chiama in causa disposizioni, attenzioni e orientamenti del pubblico, destinatario implicito e indiscusso di ogni opera.
Attraverso 25 capolavori del Cinquecento e del Seicento – alcuni provenienti dalle collezioni delle Gallerie Nazionali di Palazzo Barberini e Palazzo Corsini, altri in prestito da la National Gallery di Londra, il Museo del Prado di Madrid, il Rijksmuseum di Amsterdam, il Castello Reale di Varsavia, il Museo di Capodimonte a Napoli, la Galleria degli Uffizi di Firenze, la Galleria Sabauda di Torino – lo sguardo si schiude in un’esperienza percettivo-riflessiva, introiettiva e cognitiva, complice e collaborativa, rapita e abbagliata dalle capacità dell’artista e dal potere della pittura.

La mostra, suddivisa in cinque sezioni più una prima introduttiva che presenta l’opera Il Mondo Nuovo di Giandomenico Tiepolo (prestito del Museo del Prado), espone e interroga il mondo delle immagini nella conversazione curiosa, attenta, seduttiva, intenzionale, inattesa, a volte ingannevole con chi osserva e infine l’osservatore stesso come soggetto osservato e, nella sua mutuazione transitiva, oggetto da riguardare.
Nella prima sezione, La soglia, l’accessibilità al mondo rappresentato si evidenzia nel confine da varcare, nelle cornici, tendaggi, finestre che costituiscono le architetture d’accesso alla realtà del quadro.

Ne Ragazza in una cornice di Rembrandt, le mani che sporgono sulla modanatura richiamano l’attenzione alla volontà di cogliere e carpire l’essenza di un reale fittizio che ci conduce oltre lo spazio fisico e palpabile, verso un inafferrabile sguardo che contempla inesorabile l’osservatore, mentre in Fanciulla alla finestra di Ottmar Elliger II l’artificio del tendaggio e il rilievo antico che fa da base al costrutto compositivo si innesta sull’abilità pittorica e l’inventiva che impreziosisce l’opera, in un rimando all’antico.

Nella sezione de L’appello è lo sguardo dei soggetti ritratti a introdurre l’osservatore nella scena, a cui i soggetti reagiscono subitaneamente colpiti dal suo ingresso nella tela, dalla sua presenza scenica, come nell’opera di Guercino Venere, Marte e Amore.

Nella sezione L’indiscreto l’osservatore, nel gioco delle parti, sorprende il soggetto assumendo il ruolo di testimone invadente, a cui viene volontariamente o involontariamente svelato un segreto impossibile da non rivelare, come nell’opera di Simon Vouet, La buona fortuna, in cui l’inganno e il furto esplicitati nella rappresentazione coinvolgono direttamente il fruitore nell’accadimento illecito.

La sezione Complice, unita alla precedente per affinità riflessive, esplica il ruolo diretto dell’osservatore, chiamato in causa dall’opera a cui partecipa nell’incrocio degli sguardi, nella supposta – ma perfettamente orchestrata – ingerenza nella scena, nella sua complessa e tormentata possibilità di giudizio, come nella Salomè di Guido Reni o nell’opera di Johan Liss Giuditta e Oloferne.

Nell’ultima sezione, Il Voyeur, sensualità ed erotismo attraggono fatalmente lo sguardo, inebriandolo anche con il fascino del proibito, una meraviglia intima che conduce all’indiscrezione, al compiacimento estetico dei sensi e dello spirito, come nell’opera di Pierre Subleyras, La nuda.

La mostra L’ora dello spettatore. Come le immagini ci usano, programmata fino al 28 febbraio 2021, rimarrà chiusa al pubblico fino alla riapertura dei musei, mentre è disponibile sul sito del Museo un dossier della mostra e un video-racconto del curatore. Sui canali social, ogni venerdì, verrà raccontata la mostra con post dedicati alle varie sezioni e approfondimenti sulle singole opere.

Nicoletta Provenzano
Nata a Roma, storica dell’arte e curatrice. Affascinata dalle ricerche multidisciplinari e dal dialogo creativo con gli artisti, ha scritto e curato cataloghi e mostre, in collaborazione con professionisti del settore nell’ambito dell’arte contemporanea, del connubio arte-impresa e arte-scienza.