ArtePrimo Piano“Linea 1201 – Crossing Residency”: l’indagine sul paesaggio di Angelo Bellobono

Nicoletta Provenzano26 Giugno 2020
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Il progetto Linea 1201 di Angelo Bellobono – promosso dall’associazione Atla(s)Now, a cura di NOS Visual Arts Production e realizzato con il contributo della Fondazione Cultura e Arte – è una residenza artistica diffusa, itinerante, che racconta il paesaggio attraverso le sue alture, in una linea continua affascinante e antica.

Il progetto prende il nome dai 1201 km di catena montuosa, percorsa a piedi dall’artista già nel 2018, dalla Calabria alla Liguria, ed esplora la linea appenninica, attraversandola, da nord a sud, in un viaggio pittorico, indagando la purezza di una spina dorsale che traccia l’intero paese, che è portavoce di storia, di identità, di radici che si insinuano nella roccia, che scalano le alte vette e si nutrono di un paesaggio rarefatto e sottile.

Angelo Bellobono, Paesaggio raschiato, oil on wood, cm 20 x 30, 2020

Di orma in orma, ripercorrendo le vedute ottocentesche, il passo di Angelo Bellobono si inerpica in una vegetazione bassa e riflessiva, mentre l’aria pura e netta entra negli occhi e si delinea sulle tele in un racconto di luce, di linee e di colori tersi.

Angelo Bellobono, Terre mosse migranti, oil on canvas, cm 150 x 150, 2018

Lungo la fresca e variopinta estate e nell’elegiaco e vermiglio autunno la narrazione è un viaggio en plein air suddiviso in quattro tappe, dipinto dall’artista nei suoni della montagna, negli incontri e nelle esperienze di un tracciato singolare e collettivo, in dialogo con esperti, appassionati e artisti. Ogni tappa del viaggio prevede workshop ed escursioni aperte al pubblico, nella condivisione di intensità e memorie, di visioni e scoperte.

La prima residenza si incontra e confronta con l’indomito e fiero Monte Marrone, nelle Mainarde, nelle alture che separano e congiungono il Lazio e il Molise, dove ai primi del Novecento il pittore Charles Moulin costruì la sua dimora, per vivere da eremita nella ricerca spirituale e pittorica, congiunta in un percorso di conoscenza e abbandono nel sé e nella natura. Angelo Bellobono, immergendosi nel mondo domestico e intimo dell’artista francese, soggiornerà nella Capanna di Moulin dal 22 al 28 giugno, in un confronto pittorico tra i più suggestivi, visibile al pubblico il 28 giugno nell’escursione guidata dall’artista, da Castelnuovo a Volturno alla Capanna sul Monte Marrone.

Angelo Bellobono, Paesaggio fuso, oil on wood, cm 20 x 30, 2020

Nella seconda tappa l’artista, nell’estate lucana calda e bruciante dal 27 luglio al 2 agosto, riscoprirà ed esplorerà il Monte Alpi, a partire dalla cittadina di Latronico scelta, in collaborazione con l’Associazione Culturale Vincenzo De Luca, come residenza, per intraprendere un lavoro corale in un laboratorio di pittura aperto al pubblico nell’escursione al Monte e ai suoi territori, all’interno dell’iniziativa A Cielo Aperto curato dal duo artistico Bianco-Valente e Pasquale Campanella.

Pino loricato nel Parco del Pollino, Basilicata

Con i toni caldi dell’autunno il progetto esplorerà il territorio dinamico e spontaneo dei calanchi della Valle del Samoggia, in provincia di Bologna, nell’alternarsi di colline erose e incise, dalla morfologia tagliente in contrasto con le aree caratterizzate da allevamento e agricoltura intensiva.

L’ultima tappa del viaggio incontrerà le pendici del Gran Sasso e dei Monti della Laga nella città di Amatrice, in un sincero abbraccio agli abitanti, nella stretta di una ferita ancora viva dal sisma del 2016.

Monti della Laga, Amatrice, 2020

La Casa della Montagna del CAI sarà residenza di Bellobono che, nell’incontro con le identità pittoriche degli artisti Davide D’Elia, Beatrice Meoni e Chris Roccheggiani, condividerà percorso e ricerca poetica in un ensemble partecipato dal pubblico e dalla cittadina, in passeggiate e workshop.

Vetta del Gran Sasso, 2020

L’indagine sul paesaggio di Angelo Bellobono è passaggio di terre, di simboli, memorie e identità che entrano nel passo che prosegue, negli occhi, nelle mani. Il corpo affronta salite e discende lento dopo aver toccato la vetta, consapevole di attraversare una linea spartiacque che separa e congiunge tradizioni, voci e immaginari sedimentati tra ricordi e fantasie, create negli orizzonti di cielo.

Nicoletta Provenzano

Nata a Roma, storica dell’arte e curatrice. Affascinata dalle ricerche multidisciplinari e dal dialogo creativo con gli artisti, ha scritto e curato cataloghi e mostre, in collaborazione con professionisti del settore nell’ambito dell’arte contemporanea, del connubio arte-impresa e arte-scienza.