ArtePrimo PianoLe armi leggendarie dell’Età del Bronzo: la spada

Alice Massarenti14 Gennaio 2022
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Fin dall’Età del Bronzo, la spada è stata l’arma più pregiata e caratteristica della nobiltà. La produzione di questo tipo di armi è stata contraddistinta dalla ricerca di efficacia e bellezza, tanto da dare vita a miti incentrati sulla spada o, per meglio dire, su alcune spade particolarmente famose.

Si narra, infatti, di spade che conferivano ai loro proprietari poteri soprannaturali – come Excalibur, donata a Re Artù dalla Signora del Lago e alla sua morte restituita al lago – o di combattimenti come quello tra il principe danese “Uffe the Weak” e il principe sassone durante il regno danese. I sassoni avevano suggerito un duello con la spada tra i due contendenti, poiché sapevano che il loro principe avrebbe sconfitto facilmente il debole rivale danese. Fu allora che il re, vecchio e cieco, dissotterrò una spada chiamata Skraep: un’arma con poteri magici, da lui sepolta in un momento in cui pensava che nessuno fosse degno di ereditarla, da utilizzare solamente se il sovrano o il suo popolo fossero stati in grave pericolo. Secondo la leggenda, il re ebbe qualche difficoltà a ricordare l’esatta posizione della spada, pur essendo l’unico a conoscerla: questo perché gli oggetti magici dovevano essere tenuti in luoghi segreti e potevano essere ereditati solo da persone meritevoli. Dopo aver rintracciato e consegnato la magica arma al figlio, il vecchio sovrano si sedette su una sedia in riva al fiume, per potersi annegare nel caso in cui i danesi avessero perso, ma gli bastò sentire una volta il canto di Skraep per capire che l’avversario era spacciato; con un secondo canto, il principe sassone fu ucciso.

I più antichi racconti e miti della storia europea – l’Iliade, l’OdisseaBeowulf, le saghe celtiche e nordiche – contengono tutti tracce di spade e lance dalle incredibili qualità. Nelle opere di origine celtica, in particolare, c’è un intero elenco di spade, scudi e lance celebri, con nomi della famiglia dell’eroe Conchobors; Beowulf, dal canto suo, usò un’antica spada chiamata Hrunting per uccidere la madre di Grendel. E ancora: quando Ulisse visitò i Feaci, il re Alcino gli offrì in dono una spada con elsa d’argento e un foglio di avorio appena intagliato.

Sono stati ritrovati molti esempi di spade di ottima fattura, ma con impugnature molto consumate, forse ereditate a causa della loro fama o per mancanza di artigiani e materia prima. In Scandinavia e nel mondo miceneo alcune impugnature erano placcate in oro o intarsiate con ambra: solitamente destinate ai sovrani, mostrano raramente tracce d’uso, poiché le spade, in realtà, non venivano usate in combattimento, se non nei casi eccezionali di un duello. Ogni spada deposta può rivelare una storia vissuta: alcune attestano numerosi incidenti e combattimenti, sottolineati dai segni sulla lama e sull’elsa, altre inutilizzate mostrano una vita breve.

La maggior parte dei ritrovamenti dell’Età del Bronzo dell’Europa orientale provengono da deposizioni in zone umide; le armi mostrano danni non riparati dovuti al combattimento, come se fossero stati interrati subito dopo una battaglia. Nelle torbiere del nord Europa germanico furono rinvenuti enormi depositi di armi dell’Età del Ferro, a riprova della regola sacra citata nelle saghe nordiche di sacrificare a Odino parte delle spoglie dei vinti per la vittoria (la stessa usanza che si riscontra nei santuari della Grecia arcaica, consistente nella pratica rituale del sacrificio delle armi, in particolare a Olimpia).

Generalmente, le deposizioni possono contenere due o tre spade, come in un combattimento simile al duello tra Paride e Menelao narrato da Omero, oppure comprendere molte spade e lance. Il duello nelle saghe irlandesi è una caratteristica importante della guerra, eseguita secondo regole rigide: prima della battaglia, i guerrieri migliori di una delle parti si facevano avanti enumerando i loro antenati e le loro imprese per intimidire l’avversario e sfidare i più forti guerrieri dell’altra fazione. Sono diverse le fonti che interpretano il duello come una caratteristica della guerra dell’Età del Bronzo e del Ferro nella tarda preistoria europea, anche se non mancano le testimonianze da insediamenti fortificati che mostrano come la guerra fosse ben organizzata e come potesse contenere un numero piuttosto elevato di guerrieri, di cui i portatori di spada rappresentavano i ranghi più alti.

Le spade dell’Età del Bronzo sono piuttosto pesanti, se confrontate con quelle di più recente fattura, e gran parte del peso è nella lama, per cui per poterla utilizzare era fondamentale avere una presa salda mediante l’elsa corta, in abbinamento a spalle marcate. Durante il Bronzo Medio, le lame più diffuse sono prevalentemente quelle lunghe e strette, a forma di stocco, mentre durante il Bronzo Tardo la lama diventa larga e pesante. Inoltre, sulla maggior parte delle spade a elsa intera compare un piccolo foro attraverso il pomo, che presenta segni d’usura: si è supposto che venisse impiegato un cinturino, molto probabilmente in pelle, che impediva al guerriero di perdere la spada e che consentiva di rilassare la mano durante il combattimento, permettendo in tal modo di aggiungere maggiore oscillazione e potenza al movimento di taglio.

Alice Massarenti

Nata a Mirandola, in provincia di Modena, classe ’84, si è laureata in Archeologia e storia dell’arte del vicino oriente antico e in Quaternario, Preistoria e Archeologia con una tesi in Evoluzione degli insiemi faunistici del Quaternario. Ha un’ossessione per i fossili e una famiglia che importuna costantemente con i racconti delle sue ricerche sul campo.