CinemaPrimo PianoLasciate in pace James Dean e le leggende del passato

Bianca Damato14 Novembre 2019
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L’anno prossimo James Dean tornerà al cinema con un nuovo film. Com’è possibile, vi chiederete, considerando che il celebre attore sex symbol americano è morto ben 64 anni fa? Una cosa del genere, fino a poco tempo fa considerata fantascienza, oggi è invece possibile: a renderla tale è un particolare tipo di computer grafica, chiamata CGI, che permetterà di “riportare in vita” l’attore, scomparso a soli 24 anni per un incidente stradale. Si ricreerà una versione realistica di Dean grazie a vecchie foto e video. La voce, invece, sarà realizzata da un altro attore.

Il film dove rivedremo il bel sex symbol biondo sarà una pittoresca produzione vietnamita che racconterà della guerra in Vietnam. La pellicola, tratta dal romanzo di Gareth Crocker Finding Jack, dovrebbe intitolarsi Alla ricerca di Jack, e narrerà la storia di diecimila cani da guerra abbandonati in Vietnam alla fine del conflitto. I registi Anton Ernst e Tati Golykh hanno annunciato la novità alla rivista statunitense The Hollywood Reporter, affermando di aver chiesto alla famiglia di James Dean i diritti per poter utilizzare la sua immagine. Il ruolo di Dean sarà quello di Rogan, un personaggio su cui ancora non si hanno molte informazioni ma che è stato definito dai registi marginale nello sviluppo della trama. «Abbiamo cercato in lungo e in largo il personaggio perfetto per il ruolo di Rogan e, dopo mesi di ricerca, abbiamo pensato a James Dean», hanno dichiarato i due.

La brillante idea di far resuscitare una leggenda del passato non è piaciuta alle star di Hollywood. Chris Evans ha subito twittato in modo polemico: «Forse troveremo un computer capace di dipingerci un nuovo Picasso». Parole simili sono arrivate da Zelda Williams, figlia del compianto Robin Williams, che ha accusato la casa di produzione di voler sfruttare James Dean per farsi pubblicità. Anche Elijah Wood è intervenuto, scrivendo su Twitter «please stop».

Di fonte a queste critiche così aspre, i registi hanno deciso di rispondere, attraverso una seconda intervista sulla rivista The Hollywood Reporter: «Non volevamo assolutamente farci pubblicità; semplicemente, dopo lunghi casting per il ruolo di Rogan, abbiamo pensato che James Dean fosse la persona perfetta per interpretare un personaggio così complesso». I due cineasti hanno poi aggiunto che questo film potrebbe essere una grande occasione per far rivivere un mito come James Dean, ma soprattutto per farlo conoscere alle nuove generazione che non hanno vissuto in quegli anni: «In questo modo tutti, davvero tutti, sapranno chi era e chi è James Dean».

D’altronde, quella di utilizzare la nuova tecnologia – sempre più avanzata – per riportare sullo schermo attori scomparsi, o semplicemente per renderli più giovani, è una pratica sempre più diffusa a Hollywood. Basti pensare al ringiovanimento vissuto da Robert Downey Jr. per interpretare una scena del film degli Avengers ambientata nel passato, oppure a Will Smith che nel film Gemini Man combatte contro un se stesso con diversi anni in meno, o ancora a Robert De Niro e ad Al Pacino ringiovaniti di trent’anni nell’ultimo film di Martin Scorsese, The Irishman. E che dire delle star morte prematuramente che abbiamo potuto rivedere sul grande schermo? Solo per citare alcuni illustri esempi, si pensi a Carrie Fisher e a Peter Cushing in Star Wars. Insomma, pare che al cinema tutto sia possibile, anche la resurrezione.

Eppure c’è qualcosa di sbagliato e di inquietante in tutto questo. Innanzitutto ostinarsi a “ingaggiare” attori scomparsi per nuove produzioni cinematografiche finisce per sminuire i volti emergenti, giovani e pieni di talento, che si stanno imponendo a Hollywood. Inoltre, viene da chiedersi, ma davvero i due registi di Alla ricerca di Jack non sono riusciti a trovare un attore ancora vivo che potesse ricoprire quel ruolo? Ma soprattutto, cosa più importante, non è così che si mantiene viva la memoria e il ricordo di una leggenda del passato come James Dean. Lo si fa, piuttosto, valorizzandone i lavori già compiuti, facendoli conoscere alle nuove generazioni. Solo guardando Gioventù bruciata, per fare un esempio, riusciremo davvero a capire chi era James Dean e che cosa ha rappresentato in quegli anni, non certo attraverso un film contemporaneo sulla guerra del Vietnam.

Bianca Damato

Giornalista, è nata a Benevento ma ha sempre vissuto a Roma. Ama viaggiare ma più di ogni altra cosa adora il cinema. Nel tempo libero va a teatro e non si perde mai un gran premio di MotoGP.