Architettura, Design e ModaArteIn EvidenzaIl romanico: le caratteristiche fondamentali dell’architettura europea per eccellenza

Ana Maria Sanfilippo26 Dicembre 2021
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Con il termine “romanico” si indica un particolare stile architettonico sviluppatosi nell’XI secolo in Europa. In generale l’idea che si propaga da questa parola è quella di una derivazione da qualcosa di originario e quindi di ripresa di alcuni elementi derivati da una radice passata. È in Francia, nel XIX secolo, che viene coniato il termine “romanesque” per definire questo specifico stile architettonico, da cui poi scaturirà l’italiano “romanico”.

Anzitutto, è importante sottolineare che questo stile non ha un centro. Se per l’architettura gotica sono facilmente riferibili un periodo e luogo d’origine (Île de France, metà del XII secolo), al romanico questo schema non può essere applicato. Esso è, infatti, poligenetico. Ha, quindi, diversi centri contemporaneamente attivi e importanti, in quanto si diffuse tanto da essere la tendenza dominante in Europa nell’XI secolo.

Attraverso l’analisi di alcuni esempi francesi, costruiremo una base per poter trattare e visualizzare l’architettura romanica dell’XI e inizio XII secolo.

Abbazia di Jumièges, Francia, metà dell’XI secolo

Il primo pittoresco esempio è senza dubbio l’Abbazia di Jumièges, realizzata nella metà dell’XI secolo. Sebbene oggi sia in rovina, è possibile comunque ricavarne alcuni elementi che costituiscono le fondamenta dell’architettura e della struttura del romanico. Innanzitutto, questo stile si basa sull’accumulazione di strutture con una forte spinta orizzontale, del tutto evidente a Jumièges; inoltre, notiamo l’utilizzo di archi a tutto sesto.

Abbazia di Jumièges, Francia, metà dell’XI secolo

Un’altra caratteristica è la forte presenza del muro perimetrale. Il romanico, in quanto basato sull’architettura romana antica, ne aveva ripreso anche questa inclinazione verso la costruzione di masse murarie piene, con poche aperture, che dovevano dare l’idea di stabilità e resistenza.

Tornando al concetto di accumulazione delle parti, esso può essere spiegato attraverso il riferimento alla composizione modulare, secondo la quale l’architettura si sviluppa come ripetizione continua dello stesso modulo regolare individuato nella misura della campata. Tutto è basato su masse forti, visibili e pesanti, mantenendo sempre, però, una rigorosa proporzione.

Chiesa di Saint-Étienne, Francia, metà dell’XI secolo, veduta esterna

La chiesa di Saint-Étienne, iniziata nella metà dell’XI secolo, è un ottimo esempio per poter osservare con più attenzione la struttura interna, che qui si mostra complessivamente molto simile a quella di Jumièges, con l’aggiunta di alcuni dettagli in più.

Chiesa di Saint-Étienne, Francia, metà dell’XI secolo, veduta interna. Da notare le volte a crociera e il matroneo

Innanzitutto, vi si nota una caratteristica imprescindibile del romanico: i soffitti con volte a crociera (che, è bene ricordarlo, è formata dall’intersezione trasversale di due volte a botte).

Schema della formazione della volta a crociera

Essa, inoltre, fornisce la misura della campata “proiettata” verso il pavimento. L’interno di Saint-Étienne è arricchito anche dalla presenza del matroneo (l’apertura che evidenzia la fascia orizzontale al secondo livello).

Proseguendo su questo percorso, analizziamo adesso la Sainte-Marie Madeleine a Vézelay, risalente alla prima metà del XII secolo. L’interno è costituito sempre da questa accumulazione e accorpamento di strutture, che si moltiplicano in una dimensione orizzontale.

Basilica della Sainte-Marie Madeleine, Vézelay, Francia, prima metà del XII secolo, veduta esterna

Notiamo le volte a crociera, che definiscono la misura delle campate e che costituiscono il modulo ripetuto in segmenti per la costruzione della basilica. In più è presente un ulteriore elemento tipico del romanico: le volte sono sostenute da possenti pilastri con colonne addossate, quindi attaccate direttamente alla struttura piena del pilastro stesso.

Basilica della Sainte-Marie Madeleine, Vézelay, Francia, prima metà del XII secolo, veduta interna. Da notare le volte a crociera, la struttura muraria massiccia e i pilastri a sostegno della volta

Nonostante finora abbiamo individuato tendenze generalizzate dello stile romanico, è comunque possibile rintracciare elementi di novità e di differenziazione locale; ne è un chiaro esempio Notre-Dame la Grande, a Poitiers, risalente alla seconda metà dell’XI secolo. Notre-Dame la Grande fornisce, infatti, un perfetto esempio di sviluppo locale, che unisce alla “regola” romanica espressioni più specifiche legate al luogo di ubicazione.

Chiesa di Notre-Dame la Grande, Poitiers, Francia, seconda metà dell’XI secolo. Vi notiamo lo sviluppo di un linguaggio locale, pur mantenendo inalterate le caratteristiche generali del romanico

In questo caso vediamo le strutture coniche a completamento delle due torri laterali e notiamo anche, in facciata, l’utilizzo di archi leggermente a sesto acuto (che saranno una caratteristica fondamentale dell’architettura gotica).

L’architettura romanica ha vissuto un grande sviluppo in Francia, ma questo linguaggio ha avuto esiti straordinari anche in Italia, dove ha riscosso un enorme successo e ha contribuito a definire la maggior parte delle strutture architettoniche e urbanistiche delle città in cui, ancora oggi, viviamo.

Ana Maria Sanfilippo

Classe ’96, risiede in Friuli-Venezia Giulia. Laureata presso l’Università degli Studi di Udine in Conservazione dei Beni Culturali, Studi italo-francesi, si sta specializzando in Arts, Museology and Curatorship a Bologna, dove sta frequentando l’ultimo anno della magistrale. Ha partecipato all’organizzazione della mostra digitale “Trasmissione”, di cui ha co-curato anche il catalogo. Ama la letteratura, l’arte e lo studio delle lingue straniere.