ArtePrimo PianoL’anno di Raffaello: le Scuderie del Quirinale celebrano il cinquecentenario della morte del Maestro

Martina Scavone4 Marzo 2020
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Se il 2019 è stato l’anno di Leonardo da Vinci con una mostra al Louvre che è stata definita l’evento del secolo, ora tocca a Raffaello Sanzio (Urbino, 1483 – Roma, 1520) essere celebrato per tutto il 2020. Il 5 marzo verrà infatti inaugurata la grande mostra dedicata al maestro organizzata dalle Scuderie del Quirinale e dalle Gallerie degli Uffizi, in collaborazione con Galleria Borghese, Musei Vaticani e Parco Archeologico del Colosseo, che si protrarrà fino al 2 giugno 2020. Un evento imperdibile per cultori d’arte e non solo, che nemmeno il temutissimo Coronavirus è riuscito a ostacolare. Infatti, sono oltre 70 mila i biglietti già acquistati da ogni parte del mondo e ancora non c’è traccia di disdette. D’altronde la mostra, che celebra il cinquecentenario dalla morte del maestro, è attesissima: condenserà in un unico spazio espositivo ben 120 opere autografe e attribuibili a Raffaello oltre a sculture, codici, disegni, documenti e preziosi capolavori di arte applicata, per un ammontare complessivo di 204 manufatti.

La locandina della mostra

RAFFAELLO 1520-1483, questo il titolo della mostra, è curata da Marzia Faietti e da Matteo Lafranconi con il contributo di Vincenzo Farinella e Francesco Paolo Di Teodoro. Sarà ospitata nella sede delle Scuderie del Quirinale e sarà il progetto di punta del programma approvato dal Comitato Nazionale per le celebrazioni raffaellesche, istituito dal Ministro dei beni culturali Dario Franceschini e presieduto dallo storico dell’arte Antonio Paolucci.

L’esposizione è il frutto di un’ampia collaborazione tra musei italiani e stranieri: per l’Italia musei come le Gallerie Nazionali d’Arte Antica, la Pinacoteca Nazionale di Bologna, il Museo e Real Bosco di Capodimonte, la Galleria Borghese, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, la Fondazione Brescia Musei, e dall’estero opere dai Musei Vaticani, dal Louvre, dalla National Gallery di Londra, dal Museo del Prado, dal Museo Nacional de Artes decorativas di Madrid, dalla National Gallery of Art di Washington, dal Metropolitan Museum di New York, dall’Albertina di Vienna, dal British Museum, dalla Royal Collection, dall’Ashmolean Museum di Oxford, dal Musée des Beaux- Arts di Lille.

Particolarmente decisivo, tuttavia, è stato il ruolo delle Gallerie degli Uffizi, non a caso co-produttori dell’esposizione, che hanno contribuito con 49 opere, di cui più di 30 dipinti e disegni dello stesso Raffaello. Prestiti di altissima qualità che il direttore dell’istituzione, Eike Schmidt, ha concesso sottolineando come «mai nella storia sia stato possibile ammirare così tanti capolavori dell’Urbinate, ora raccolti ed esposti insieme per celebrare la ricorrenza del cinquecentenario della sua morte. La mostra sarà un’opportunità unica, almeno per questa generazione, che consentirà di immergersi completamente nel meraviglioso universo dell’arte di Raffaello raccontato da un percorso inedito, ricco di oltre 200 opere». Ma proprio l’approvazione del prestito del Ritratto di Leone X, dichiarato inamovibile, è costata al direttore l’abbandono in blocco da parte del comitato scientifico, composto da Donata Levi, Tomaso Montanari, Fabrizio Moretti e Claudio Pizzorusso. Nonostante ciò, Schmidt «rivendica pienamente il patriottismo di questa decisione, poiché la grande mostra su Raffaello sarà uno dei grandi motivi di orgoglio dell’Italia nel mondo intero quest’anno. E non poteva fare a meno del Leone X, un capolavoro che tra l’altro è in ottima salute e in perfetta condizione di viaggiare a Roma dopo essere stato restaurato dagli specialisti dell’Opificio delle Pietre Dure».

Oltre che con gli Uffizi, il comitato scientifico ha instaurato un fruttuoso dialogo con esponenti di rilievo del mondo culturale e museale: tra i vari nomi figurano quelli di Nicholas Penny (già direttore National Gallery di Londra), Barbara Jatta (direttore Musei Vaticani), Dominique Cordellier (Musée du Louvre), Achim Gnann (Albertina, Vienna), Alessandro Nova (Kunsthistorisches Institut, Firenze), Alessandro Viscogliosi (Sapienza, Università di Roma), Mario Scalini (Direttore regionale Musei dell’Emilia Romagna) e Guido Cornini (responsabile scientifico per l’arte dei secoli XV-XVI dei Musei Vaticani).

Raffaello, Estasi di Santa Cecilia con i santi Paolo, Giovanni Evangelista, Agostino e Maria Maddalena, 1514 ca., 236×149 cm, olio su tavola, Pinacoteca di Bologna

Tra le opere in mostra figurano il celebre Autoritratto, la Madonna del Granduca e la Velata dalle Gallerie degli Uffizi, la Fornarina dalle Gallerie Nazionali di Palazzo Barberini e la Santa Cecilia dalla Pinacoteca di Bologna. Ci sono anche opere mai tornate in Italia dal momento della loro esportazione per ragioni collezionistiche come la Madonna d’Alba dalla National Gallery di Washington, la Madonna della Rosa dal Prado o la Madonna Tempi dalla Alte Pinakothek di Monaco di Baviera.

Raffaello, Madonna della Rosa, 1518-1520, 103×84 cm, olio su tavola trasportata su tela, Madrid, Museo Nacional del Prado

E ancora, il Ritratto di Baldassarre Castiglione dal Louvre e Il sogno del cavaliere dalla National Gallery di Londra, oltre a un numero considerevole di disegni e studi d’artista.

Raffaello, Ritratto di Baldassare Castiglione, 1513, 82×67 cm, olio su tela, Parigi, Musée du Louvre

Sempre dagli Uffizi sarà presente il San Giovanni Battista, di cui tra l’altro si conserva una copia antica nel vicino Palazzo del Quirinale attribuita a Giulio Romano, il più dotato degli allievi dell’Urbinate. Inoltre, per la prima volta si potranno ammirare nello stesso luogo i ritratti dei due papi che consentirono a Raffaello di dimostrare il suo immenso potenziale artistico negli anni romani, ovvero quello di Giulio II dalla National Gallery di Londra e quello di Leone X con i cardinali Giulio de’ Medici e Luigi de’ Rossi degli Uffizi, che verrà presentato in anteprima in questa sede dopo il succitato restauro – durato tre anni – voluto proprio in occasione del prestito romano, intervento che ha restituito all’opera la nettezza luministica e cromatica originale e l’incredibile forza descrittiva dei dettagli.

Raffaello, Ritratto di Leone X tra i cardinali Giulio de’ Medici e Luigi de’ Rossi, 1518-1519, 155,5×119,5 cm, olio su tavola, Firenze, Gallerie degli Uffizi

Non è un caso che la mostra sia stata organizzata a Roma, città emblema del rapporto tra il papato e l’Urbinate, che visse qui dal 1509 al 1520, anno della sua morte. In questi undici anni la sua produzione conobbe una vera e propria evoluzione, anche in virtù dell’incontro con il genio di Michelangelo. Pertanto, l’esposizione pone l’accento nello specifico sul periodo romano, che gli permise di venire a contatto con le più alte cariche dell’epoca, ottenendo così commissioni prestigiose che lo consacrarono come artista di grandezza ineguagliabile e leggendaria. Tuttavia, si prende in esame tutta la vasta e articolata produzione creativa di Raffaello, dalle arti plastiche a quelle decorative, dall’antiquaria, all’architettura fino all’urbanistica (si ricordi che, nel 1514, il maestro fu nominato responsabile della Fabbrica di San Pietro). Ma non finisce qui, infatti la mostra, come suggerisce il titolo (1520-1483), si snoderà secondo un percorso a ritroso nella carriera di Raffaello, che prende le mosse dal 6 aprile 1520, giorno della sua morte, per poi ripercorrere la sua crescita creativa, da Roma a Firenze, da Firenze all’Umbria, fino ad Urbino, dove tutto ebbe inizio. Un travolgente flashback, attraverso opere amatissime in tutto il mondo, a partire dalla prima sezione dedicata alla celebre Lettera a Leone X, scritta da Raffaello insieme a Baldassarre Castiglione sull’idea di tutela dei beni culturali, che comprende un’installazione multimediale dedicata alla ricostruzione della Pianta di Roma antica (la grande impresa archeologico-architettonica che Raffaello lasciò incompiuta alla sua morte) e una spettacolare riproduzione a grandezza naturale della monumentale tomba di Raffaello al Pantheon commissionata per l’occasione alla Factum Foundation for Digital Technology in Conservation, leader mondiale dei rilievi digitali legati alla conservazione del patrimonio. La stessa Factum ha curato la riproduzione del cartone raffaellesco preparatorio per l’arazzo Il Sacrificio di Listra (presente in mostra in prestito dai Musei Vaticani), realizzato su concessione della Royal Collection e in collaborazione con il Victoria & Albert Museum di Londra.

Manifattura di Pieter van Aeist, Il Sacrificio di Lystra, 1517-1519, Città del Vaticano, Musei Vaticani

La mostra sarà accompagnata da una serie di eventi e laboratori: atteso un ricco programma di lezioni, incontri e conferenze a cura dei migliori esperti del settore. Sono previsti undici appuntamenti che avranno come tema la corte papale, le famiglie nobiliari, i mecenati e i letterati che vissero in una Roma ricca e brulicante d’attività, tesa a recuperare i fasti e la grandezza della sua storia. Gli incontri verteranno su aspetti meno noti e curiosi (come la moda, i banchetti e il lusso romano nel primo Cinquecento) ma affronteranno anche temi fondamentali della retrospettiva, come la multiformità del genio di Raffaello nella sua opera di studioso e conservatore del patrimonio archeologico di Roma antica, vero e proprio capostipite della tutela dei beni culturali. Nei giorni scorsi, Palazzo Altemps è stato già teatro di tre conferenze, curate rispettivamente da Silvia Ginzburg (6 febbraio), Antonio Natali (20 febbraio) e Alessandro Zuccari (27 febbraio).

«Una mostra di estremo rigore scientifico, grande contenuto educativo e significativa capacità divulgativa, che illustra Raffaello nella pienezza di uomo del Rinascimento, impegnato nella ricerca e nella tutela del bello e dell’armonia in ogni sua attività», queste le parole del ministro Franceschini a commento dell’evento culturale più atteso dell’anno.

Si ricorda, infine, che tutti i visitatori della mostra riceveranno in omaggio il libretto con il saggio Modernità di Raffaello. Dalla Lettera a Leone X alla Costituzione italiana, firmato dallo storico e intellettuale Salvatore Settis.

 

RAFFAELLO 1520-1483
Dal 5 marzo al 2 giugno 2020
Scuderie del Quirinale
Via Ventiquattro Maggio, 16 – Roma
Dalla domenica al giovedì dalle 10:00 alle 20:00.
Venerdì e sabato dalle 10:00 alle 22:30.
www.scuderiequirinale.it

Martina Scavone

Nata a Roma, classe ‘93. Si è laureata all’Università di Roma Tor Vergata: triennale in Beni Culturali e magistrale in Storia dell’Arte. Dopo un Master di II livello in Gestione dei Beni Culturali, ha iniziato a lavorare attivamente come curatrice e storica dell'arte. Ama leggere, viaggiare e l’arte in tutte le sue sfaccettature.