La mostra collettiva Ladder to the Moon presso la Monitor Gallery a Roma, nella pittura figurativa di Lula Broglio, Giulia Mangoni, Eugénia Mussa e Marta Roberti, compie un percorso tra visioni oniriche, apparizioni reali dalla vibrazione fantastica, mitologie antiche ritrovate e iconografie primitive.
La mostra, ispirata nel titolo dal celebre dipinto di Georgia O’ Keefe, si rapporta al mondo esterno in composizioni dallo sguardo interiorizzato, che informano e reinterpretano processi collettivi e memoriali, penetrati e trasformati in un atto immaginativo che tende all’interazione simbolica di coesistenze diversificate e compenetrate nella scena sociale. Le opere si relazionano in circolare reciprocità nella differenza dei linguaggi pittorici e nella pluralità tecnica dei diversi e sfaccettati tracciati.

Nell’opera Voom Voom di Lula Broglio i percorsi di una città nuova si tingono di sfavillanti cromie che attirano lo sguardo nell’accattivante incognita di un’eccentricità enigmatica da esplorare. L’insolito e il surreale attraggono nella loro inaccessibilità e appaiono nell’isolamento notturno che accompagna e alimenta l’estraneità e l’ambiguità di un inconoscibile altro.

In La belva ha le tue sembianze, la solitudine è primitiva – il divino e il selvaggio corrono la terra e noi andiamo sulle strade l’artista rovescia il quotidiano scorrere nell’incursione dissonante, irreale e fantasmatica di soggettività selvatiche dalle abitudini antropiche.
In rimando trasversale e divergente Il Mercato di Stoffe di Giulia Mangoni richiama alla memorie vincoli e continuità di usanze, racconti e leggende mitiche appartenenti alla tradizione iconografica primitiva per lo più del Medioevo italiano (del territorio laziale in particolare).

Recuperate e rielaborate dal sapere artigiano in immagini di un mondo fittile, le figurazioni sono tradotte, rifinite e formulate da una densità cromatica di impronta sudamericana, che l’artista unisce alla trattazione storico-favolistica.

Un mondo cinematografico amatoriale, di diversa origine e varia datazione, è catturato e trasposto in linguaggio pittorico dall’artista Eugénia Mussa.

Frame bloccati e rischiarati dall’uso di colori fluorescenti rappresentano una quotidianità pacata e distesa, fermata in un istante appartato e indisturbato, opposto alla complessità della realtà.

Nelle opere di Marta Roberti, raffinate e leggerissime carte cinesi si stagliano sulle pareti della galleria, conducendo lo sguardo in atmosfere eteree, quasi incorporee, aleggianti in un’orizzontalità riunitiva e connettiva.

Nicoletta Provenzano
Nata a Roma, storica dell’arte e curatrice. Affascinata dalle ricerche multidisciplinari e dal dialogo creativo con gli artisti, ha scritto e curato cataloghi e mostre, in collaborazione con professionisti del settore nell’ambito dell’arte contemporanea, del connubio arte-impresa e arte-scienza.