LetteraturaPrimo PianoLa Victorian Novel: tra generi, novità e protagonisti

Adele Porzia4 Agosto 2022
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Sull’Età Vittoriana si è scritto tantissimo. Un periodo stravagante, che da sempre divide i critici, perché se da una parte è caratterizzato da un intenso sviluppo culturale, geopolitico, economico e scientifico dell’Inghilterra, dall’altro è contrassegnato da innumerevoli problematiche sociali, in particolare a danno delle classi minori, prese di petto dal fiume in piena del progresso. In questa età, che si può estendere a tutto l’Ottocento (e che va addirittura oltre la durata cronologica del regno di Vittoria), si delinea un’importante evoluzione della letteratura. In questa sede si tenterà, per quanto possibile, di spiegare i cambiamenti che ha subito il romanzo inglese, attraverso i suoi rappresentanti più importanti, fino ad arrivare al momento in cui tutto è mutato, sulla soglia del Novecento.

Walter Benjamin sosteneva che Parigi fosse la capitale del XIX secolo. E così è stato. Ma se la Francia aveva il primato nella letteratura, nell’arte, nel teatro (non lirico, saldamente in mani italiane), l’Inghilterra si preparava a spodestarla o, comunque, a darle del filo da torcere. E lì, nella grigia Londra, incupita dai fumi delle fabbriche, nella desolazione delle “workhouses” (le “case di lavoro”, destinate ai poveri ma non solo), nasceva una nuova letteratura. Charles Dickens, da geniale reporter, curava una rubrica in cui parlava di storie di vita. Questi articoli piacevano tanto ai suoi concittadini, sia perché erano redatti con uno stile accattivante, ironico, fatto di immagini (e perciò immediato, adatto a un pubblico variegato), sia perché erano visibilmente cambiati i gusti dei lettori, aumentati di numero e appartenenti in maggioranza alla classe borghese.

Sempre più persone, infatti, leggevano i giornali, attendendo periodicamente l’uscita dei romanzi a puntate. Lo scrittore pubblicava la sua storia di volta in volta, così che se per caso non avesse incontrato l’interesse del suo pubblico, avrebbe potuto operare qualche opportuna modifica in corso d’opera, aumentando sensibilmente il suo bacino d’utenza. E questi lettori non desideravano storie di fantasia, ma racconti vicini alla loro esperienza quotidiana. I temi centrali di queste pubblicazioni, dunque, erano legati al presente, e l’ambientazione era quella dei centri urbani, stracolmi di cittadini ammassati in asfissianti realtà industriali. Dickens, che era stato sfortunato da giovane, sentiva di avere la missione di aprire gli occhi alla “middle class”, sensibilizzando l’opinione pubblica circa le drammatiche condizioni di vita dei bambini e dei lavoratori. I personaggi di Dickens, infatti, sono soprattutto ragazzi, che crescono e che si fanno strada tra le tante sfortune e ingiustizie della vita. Riescono sempre a trionfare sulle avversità, si fanno forza, grazie ad adiuvanti che talvolta li agevolano.

Queste storie tenevano incollati alle pagine i nuovi lettori borghesi, industriali taccagni, cui magari il cuore si sarà aperto durante la lettura. Dickens ha inaugurato, così, il romanzo di formazione, giocando con i limiti dell’epoca; ha creato nuovi generi, alzato l’asticella per poi vedersela spostare ancora e ancora, sempre più in alto, da chi lo ha seguito. Quel narratore onnisciente, difatti, lascerà presto spazio a narratori occasionali, poco preparati, poco consapevoli di quanto sarebbe avvenuto di lì a poco nella storia. Narratori interni, che avrebbero presto costituito uno dei tanti e diversi punti di vista all’interno della Victorian Novel. Ma è necessario procedere gradualmente, perché il discorso si fa decisamente complesso.

Oltre a questo tipo di letteratura, infatti, si sviluppa la punta di diamante del romanzo inglese: una narrativa parallela, caratterizzata da un tono raffinato e piuttosto briosa nello sviluppo della trattazione. Si sta parlando, seppur velocemente e limitatamente, della Comedy of Manners. La “commedia di maniere”, se proprio vogliamo tentare di tradurla, è un genere destinato alla “upper class”. All’aristocrazia, quindi, e all’alta borghesia. Protagonista assoluta del genere è Jane Austen, ma un ruolo tutt’altro che secondario hanno altre scrittrici di indiscutibile talento, quali, ad esempio, le sorelle Anne, Emily e Charlotte Brontë o Marie Anne Evans (meglio conosciuta con lo pseudonimo di George Eliot). Una delle ragioni di questo esponenziale aumento delle scrittrici si deve al fatto che molte di loro, stando in casa, godevano di una tranquillità e di un tempo maggiore rispetto agli uomini. Quindi, le circostanze fortunate incoraggiavano una letteratura squisitamente al femminile.

Tornando, però, al nostro “excursus” generale sulla Victorian Novel, è il caso di citare anche Robert Louis Stevenson, un grande scrittore inglese che ebbe modo e tempo, a causa della tubercolosi, di dedicarsi alla scrittura. Grazie ai viaggi, dettati sempre dalla malattia, scrisse libri molto diversi tra loro, trascinando la Victorian Novel verso un cambiamento irreversibile, stimolante come pochi. Stevenson prese un genere particolarmente amato, il poliziesco, e ne fece un dramma psicologico estremamente complesso, formato da più narratori, punti di vista, e diversi metodi narrativi. Una storia straordinaria, che combinava le scoperte scientifiche, riprendeva Frankenstein di Mary Shelley, La tragica storia del Dottor Faust di Christopher Marlowe e il Faust di Johann Wolfgang von Goethe, dando vita a una storia che ancora adesso ci tocca nel profondo. Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde si sarebbe presto rivelato un capolavoro della letteratura mondiale, ma anche il romanzo che avrebbe invertito la rotta della Victorian Novel, essendo – di fatto – un’opera che anticipava Sigmund Freud e l’intera letteratura postmoderna.

Adele Porzia

Nata in provincia di Bari, in quel del ’94, si è laureata in Filologia Classica e ha proseguito i suoi studi in Scienze dello Spettacolo. Giornalista pubblicista, ha una smodata passione per tutto quello che riguarda letteratura, teatro e cinema, tanto che non cessa mai di studiarli e approfondirli.