ArtePrimo PianoLa Gagosian Gallery ospita le opere di Katharina Grosse, tra dinamiche tonalità e ritmate armonie

Nicoletta Provenzano8 Dicembre 2020
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La mostra Separatrix presso la Gagosian Gallery, prima personale a Roma dell’artista Katharina Grosse, unisce spazio e accadimenti pittorici alla determinazione del coefficiente casuale, nei contorni di un modello prospettico.

L’artista presenta la sua mostra a Roma in coincidenza dell’esposizione all’Hamburger Bahnhof-Museum für Gegenwart di Berlino di un’importante installazione scultorea, It Wasn’t Us, molteplice nella visione e nell’interazione con l’osservatore. La materia pittorica si espande in turbinii cromatici brillanti, sorretta e racchiusa dalla struttura ordinata della tela, una misura unitaria che contiene il molteplice, il possibile, il cangiante.

Katharina Grosse, Separatrix, Gagosian Gallery, Roma, 2020

Collegandosi alla teoria della “Separatrix” di Gottfried Wilhelm von Leibniz, una corrispondenza di struttura – come scrive Alexander Kluge – «tra due cose che sono in contraddizione tra loro», Katharina Grosse crea una compresenza di ordine e caos tracciata e ricondotta a unità e affinità di apparenze fenomeniche e proprietà essenziali, nel flusso di una pittura vigorosa e cristallina che emerge in composizioni equilibrate e formalmente coerenti.

In questo territorio espressivo, leibniziano, di corrispondenza analogica tra termini eterogenei in rapporto di coesistenza, il gesto deflagrante di Katharina Grosse costruisce ritmate armonie, spazialità percettive e proiettive correlate che mescolano sulle superfici realtà coloristiche, acquose ed espanse, a gestualità fulgide e iridescenti, conciliate in un sistema di concorrenza e proporzione dei possibili. Lo spazio, come in una topografia di un paesaggio immaginifico, si accende di tonalità dinamiche, veicolate dall’interazione della sapienza pittorica e dell’approccio scientifico.

Dalla verticalità all’orizzontalità, la materia è agita nel perseguimento di effetti ottici specifici, dalla tecnica spray alla wet-on-wet, fino all’uso diluito di acrilici passati con pennello e direzionati successivamente in differenti inclinazioni, in battimenti formali vibranti.

Ossature cromatiche si delineano come bande luminose mutevoli combinate e fuse in oscillazioni bidimensionali, onde liquide che attirano lo sguardo, lo accrescono e dilatano nelle correnti multidirezionali, nei passaggi tonali, nella limpida atmosfera del supporto, come negli acrilici su tela 391 x 243 cm, Untitled, del 2019.

Katharina Grosse, Untitled, 2019, acrilico su tela, 391 x 243 x 5 cm
Katharina Grosse, Untitled, 2019, acrilico su tela, 391 x 243 x 5 cm, particolare

L’artista nella serie di acquerelli su carta, Untitled, 134 x 102,5 cm del 2019, traccia accordi cromatici delineati da susseguenti ordinamenti e stesure successive, linearità che si confondono e abbandonano l’un l’altra nel passaggio collimante di temperature coloristiche e coordinate cromatiche.

Katharina Grosse, Untitled, 2019, acquerello su carta, 134 x 102,5 x 4 cm

Campi di colore coesivi dall’andamento emissivo individuano rapporti generativi tra misura e arbitrarietà, oltre confini differenziali, filtri e stratificazioni, nella percorrenza di configurazioni spaziali incidentali e proiettive, propagate nella molteplice, imprevedibile, immersiva e complessa interazione con il fruitore.

Katharina Grosse, Untitled, 2019, acquerello su carta, 134 x 102,5 x 4 cm

 

 

Nota biografica:

Katharina Grosse è nata nel 1961 a Friburgo in Brisgovia, in Germania, e vive e lavora a Berlino e in Nuova Zelanda.
I suoi lavori sono inclusi, tra le altre, nelle seguenti collezioni: Centre Pompidou, Parigi; Kunsthaus, Zurigo; Kunstmuseum, Berna; Kunstmuseum Bonn, Germania; Lenbachhaus, Monaco; Museum of Modern Art, New York.
Tra le mostre recenti e le opere site-specific si annoverano: Two younger women come in and pull out a table, De PontMuseum, Tilburg, Paesi Bassi (2013); WUNDERBLOCK, Nasher Sculpture Center, Dallas (2013); psychylustro, Mural Arts Philadelphia (2014); yes no why later, Garage Museum of Contemporary Art, Mosca (2015); Seven Hours, Eight Rooms, Three Trees, Museum Wiesbaden, Germania (2015); Untitled Trumpet, 56° Biennale di Venezia (2015); Rockaway!, MoMA PS a Fort Tilden, New York (2016); Asphalt Air and Hair, ARoS Triennial, Aarhus, Danimarca (2017); The Horse Trotted Another Couple of Metres, Then It Stopped, Carriageworks, Sydney (2018 ); Wunderbild, National Gallery, Praga (2018); Mumbling Mud, chi KII art museum, Shanghai, e chi KII art space, Guangzhou, Cina (2018); Mural: Jackson Pollock/Katharina Grosse, Museum of Fine Arts, Boston (2019).

Nicoletta Provenzano

Nata a Roma, storica dell’arte e curatrice. Affascinata dalle ricerche multidisciplinari e dal dialogo creativo con gli artisti, ha scritto e curato cataloghi e mostre, in collaborazione con professionisti del settore nell’ambito dell’arte contemporanea, del connubio arte-impresa e arte-scienza.