MusicaPrimo PianoLa “Santa Editta” di Stradella a Tor Vergata

Maria Virelli7 Maggio 2019
https://lacittaimmaginaria.com/wp-content/uploads/2019/05/eafaefew.jpg

Mercoledì 8 maggio alle 18 i Concerti di Roma Sinfonietta presentano la Santa Editta vergine e monaca, regina d’Inghilterra, oratorio a 5 voci, 2 violini e basso continuo ospitato nella cornice dell’auditorium Ennio Morricone presso l’Università di Roma Tor Vergata. L’opera, un capolavoro del Seicento recentemente riscoperto, è frutto del genio di Alessandro Stradella, compositore nepesino distintosi per sregolatezza e originalità.

Della Santa Editta restano un’unica partitura e due libretti, opera di Lelio Orsini, che risalgono a due esecuzioni a Modena del 1684 e 1692. Sebbene vi siano presenti sei personaggi, cinque sono le voci richieste perché al soprano secondo sono affidate le due parti di Humiltà e di Nobiltà. Personaggi allegorici che, insieme a Grandezza, Bellezza e Senso, dialogano con Editta cercando di contrastare la sua decisione, sostenuta soltanto da Humiltà, di ritirarsi dalla vita mondana. Alla protagonista è riservata la maggior parte delle arie che, insieme a intensi recitativi, duetti e terzetti in contrappunto, vanno a comporre la partitura.

L’opera è centrata sulla figura, non molto nota, di Santa Editta o Edith di Wilton, figlia illegittima del re anglosassone Edgardo detto Il Pacifico, nata a Kemsing nel 961 e morta nell’Abbazia di Wilton il 15 settembre del 984. La storia della sua vita ci è giunta narrata da Gozzelino di San Bertino. Ella nacque dalla nobildonna inglese Vulfrida, che il re Edgardo strappò a forza dal convento dell’Abbazia di Wilton e portò a Kemsing, facendo in seguito penitenza per il suo atto violento non indossando la corona per sette anni. Successivamente la nobildonna riuscì a sfuggire a Edgardo e ritornò all’Abbazia dove divenne Badessa e dove la figlia Editta venne cresciuta dalle monache, prendendo anch’ella il velo in giovane età. Editta rifiutò di diventare Badessa di diverse comunità monastiche che il padre le aveva offerto e scelse di rimanere a Wilton. Sorellastra di Edoardo II d’Inghilterra, prematuramente scomparso, le fu offerta la corona del regno da un gruppo di nobili ostili al fratellastro Etelredo, detto lo Sconsigliato, ma lei rifiutò il trono. Fu fatta santa per volontà del fratellastro Etelredo.

Della sua controversa figura l’oratorio non racconta la vita, configurandosi come una disputa fra la Santa e diverse figure simboliche: Umiltà che la spinge verso una vita monacale e Grandezza, Bellezza, Nobiltà e Senso che, viceversa, la spronano ad accettare il trono e a godere delle gioie terrene. Il dialogo serrato tra Editta e le varie figure simboliche è estremamente affascinante, lasciando intatta l’aura che circonda questo personaggio così peculiare. Questa storia senza tempo sarà raccontata – attraverso gli artifici della musica barocca e la fascinazione che solo il contrappunto delle voci è in grado di creare – in una composizione di musica sacra eseguita con maestrìa dall’ensemble Stradella Y-Project, diretto da Andrea De Carlo. In chiusura sarà inoltre presentato il Concentus di Donna McKevitt, brano vincitore del Festival barocco di Viterbo e Nepi nel 2018, liberamente ispirato alle suggestioni che la Santa Editta ha lasciato sulla compositrice inglese.

Maria Virelli

Nata nel beneventano, ha studiato Letteratura, musica e spettacolo alla Sapienza di Roma. Appassionata fin dalla tenera età di Edgar Allan Poe, cinema e musica, considera l'arte la massima espressione della bellezza e dell'intelligenza umana. Ha trovato la sua dimensione ideale nella sperimentazione della scrittura. Scrive da freelance su testate regionali e culturali.