Uno degli ambienti più suggestivi e particolari del Palazzo del Quirinale è senza dubbio la biblioteca realizzata dall’ebanista piemontese Pietro Piffetti (Torino 1701 -1777).

Questo piccolo studiolo fu realizzato dal Piffetti per la Villa della Regina a Torino, su commissione della corte sabauda, e solamente nel 1879 fu trasferito al Quirinale per essere adattato a una delle camere dell’appartamento privato della regina Margherita, moglie di re Umberto I. La struttura originale – quella più preziosa – consiste nella libreria vera e propria composta da un’alta zoccolatura e dalle scansie per i libri. Il pavimento ligneo, la fascia di coronamento a spina di pesce e il soffitto furono realizzati all’epoca della sistemazione della biblioteca a Roma.
La particolarità di questo ambiente sono i materiali con i quali è stato realizzato. Si tratta di legni rari e pregiati: la struttura interna del mobile è in pioppo rivestita da essenze di diversa natura quali il palissandro, l’ulivo, il bosso e il tasso. L’insieme è impreziosito da raffinati intarsi in avorio che riproducono fregi con soggetti floreali realizzati con la tecnica pirografica. Le pareti sono collegate fra loro da scansie concave che insistono su nicchie all’interno delle quali sono intarsiati gli emblemi reali annodati dal nastro Savoia.

La libreria è formata da due piani: il primo presenta una zoccolatura decorata con lesene intarsiate, alternate a riserve dipinte contenenti eroti monocromi in azzurro su fondo bianco. Allo zoccolo di base sono addossate due piccole “console” i cui piani sono sostenuti da ghirlande di fiori intagliate e dorate, mentre i ripiani sono rivestiti in tartaruga con intarsi in avorio inciso che simulano fogli e stampe poggiati sul piano. Sulla “console” posta nel corpo centrale della libreria vi sono quattro fogli in avorio in cui sono raffigurati la battaglia di Guastalla (1733), l’attacco al Castello di Milano e la pianta dell’assegno di Pizzighettone contenente la firma di Pietro Piffetti. Sullo stesso piano si vedono una squadra in bronzo, un compasso e un temperino, come fossero stati poggiati sulla mensola. Invece nell’altra console, posta tra la porta e la finestra, i fogli di avorio presentano al centro una festa campestre, mentre sui lati due scene di guerra; questa volta, i finti oggetti dimenticati sono una penna e un bulino.

Il secondo livello dell’ambiente ligneo che si dispiega su tre pareti contiene gli scaffali impiallacciati in palissandro. Sopra le scaffalature vi sono, riuniti in coppie, otto vasi in maiolica decorati con cineserie su fondo bianco di manifattura dei fratelli Rossetti di Pinerolo; tra di essi vi sono quattro sculture in legno dorato che rappresentano le Stagioni. I libri conservati nella biblioteca risalgono in gran parte alla fine dell’800 e molti di essi hanno rilegature decorate con lo stemma Savoia. Alcuni contengono dediche ed ex libris riferiti alla regina Margherita.

Anna D’Agostino
Classe '93, laureata in Storia dell'Arte con una tesi in Museologia sull'arredamento dell'Ambasciata d'Italia a Varsavia dalla quale è scaturita una pubblicazione in italiano e polacco. Prosegue la ricerca inerente l'arredamento delle Ambasciate d'Italia nel mondo grazie a una collaborazione con la DGABAP del Mibact. É iscritta al Master biennale di II livello "Esperti nelle Attività di Valutazione e di Tutela del Patrimonio Culturale".