Le maestose rovine del Palatino fino al 3 novembre ospitano la mostra Kronos e Kairos. I tempi dell’arte contemporanea a cura di Lorenzo Benedetti. L’area archeologica, ricca di testimonianze del passato, incontra l’arte contemporanea attraverso le opere di 15 artisti italiani e internazionali. Il progetto affronta l’arduo concetto di tempo, un tempo che non è lineare ed è inevitabilmente legato allo spazio e alla sua evoluzione.
Il titolo stesso rimanda a due immagini figlie del mondo mitologico greco, utilizzate per rappresentare il tempo: Kronos, ovvero il tempo cronologico, che ha le sembianze di un titano che divora i propri figli e Kairos, l’occasione illuminante, l’atto creativo che emerge dalla monotonia, identificata in un fanciullo dai piedi alati. Lo scopo ultimo della mostra è salvare la bellezza artistica allontanandola dalle mani di Kronos per consegnarla a Kairos. Si creano legami tra passato e presente mediante sculture, opere multimediali e istallazioni.
All’interno dell’esposizione sono presenti affascinanti giochi di materia che ingannano l’occhio umano: le statue silenziose di Hans Josephson, per esempio, sembrano realizzate in terracotta quando in realtà sono in ferro, le corde vere e ricoperte di bitume di Dario D’Aronco sembrano in metallo. Diverse firme che regalano prospettive nuove, delineano nuove rotte, come Catherine Biocca che ha scelto di esprimere la propria arte attraverso la provocazione ponendo delle colonne in plastica vicino a capitelli autentici accompagnati da un audio registrato che riproduce un coro di gabbiani. Jimmie Durham apre una riflessione sull’obsolescenza della tecnologia, Giuseppe Gabellone sfida invece gli spazi dell’antichità in modo sensibile e sfrontato allo stesso tempo tramite le sculture di luce, Matt Mullican si interroga sul rapporto tra uomo e universo. Giovanni Ozzola incide le rotte dei grandi esploratori su una parete di ardesia, Cristina Lucas espone il proprio pensiero nelle mappe, Hans Op De Beek e Fernando Sànchez Castillo creano bronzi.

Giulia Nazzari
Classe '92, cresciuta tra i monti abruzzesi e i libri, niente le è più caro di questi due elementi. Appassionata di letteratura, arte e cinema, si laurea in Lettere presso l’Università degli Studi dell’Aquila.