ArtePrimo PianoLa Gigi Rigliaco Gallery ospita la mostra “Km 0” di Massimo Ruiu

Nicoletta Provenzano25 Agosto 2020
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Inaugurata il 21 agosto, la mostra Km 0 di Massimo Ruiu, a cura di Carmelo Cipriani e organizzata dalla Gigi Rigliaco Gallery, presenta negli spazi della galleria di Galatina gli acuti visivi della poetica di Ruiu, riprendendo una riflessione sul lavoro dell’artista iniziata già nella IV edizione del Premio di Pittura “Giuseppe Casciaro”, vinta dall’artista nel 2019 con l’opera del 2006 Sull’orlo e dedicata, dopo pochi mesi dalla scomparsa, allo storico dell’arte Sergio Ortese, ideatore insieme a Carmelo Cipriani del Premio.

Contraddizioni e opposizioni, ironie e ossimori giocano con il linguaggio visivo in una interrogazione dialettica dell’esperienza estetica e della conoscenza del reale che l’artista tiene in bilico su un orizzonte incerto, ristabilendo un ordine lineare e logico all’interno di un paradosso. In sovrapposizioni e slittamenti di senso, certezze e fingimenti, le opere di Massimo Ruiu, in tecniche e supporti plurimi, invitano lo sguardo ad inoltrarsi nell’osservazione attenta tra possibilità e teoria del significare. Spazio e tempo giocano in un teorema cognitivo in cui l’intersoggettività del linguaggio presupposto è articolato in svolte e rivolgimenti, interrogativi e forme metaforiche.

L’artista nell’opera Km 0, che dà titolo alla mostra, rende mobile e sfuggente la pietra miliare a partire dalla quale misurare ogni distanza, in un incipit infinito, sempre rimandato e posto più in là, avvicinabile, a piacimento, in un percorso incalcolabile eppure costante nella sua presenta marmorea, sempre mutevole nel tragitto e nella propria unità geografica, topografica, assiomatica, esistenziale.

Massimo Ruiu, Un brutto tiro, 2013

Nell’opera Un brutto tiro l’artista costruisce le sagome di piccoli volatili con pallini da caccia in un elegante sfondo floreale. Ad un primo veloce sguardo nulla della tragicità traspare: la visione è dissimulata da un’immagine idilliaca racchiusa all’interno di una cornice luminescente che per forma e funzionalità è essa stessa strumento d’agguato e di delitto. Un fingimento che prelude ad una scoperta frastornante che stride con il fine decoro, con ramificazioni leggere che richiamano ceramiche decorate da esibire in interni, nella serenità domestica, costruita come una lusinga che nel cuore cela drammatica teatralità.

Massimo Ruiu, Il mio livello, 2020

Nell’opera Il mio livello un orizzonte dall’equilibrio incerto direziona lo spazio della mente, dedito alla studio, alla definizione progettuale, allo spazio di lavoro e concentrazione: tutto si orienta lungo la direttrice obliqua della linea apparente tra mare e cielo.

Massimo Ruiu, La memoria del mare, 2020

La memoria del mare arriva all’essenziale condensazione di un elemento indomito, messo a nudo in ciò che resta di una rimembranza spogliata di orpelli, in un arguto e audace complesso ritmico, poetico e malinconico che si lascia attraversare nella sua struttura più intima, nella sua struttura minerale fondamentale.

La mostra, articolata in due spazi, prosegue venerdì 28 agosto alle ore 20.00 con l’esposizione del ciclo Ombre Assolute presso gli spazi del Palazzo della Cultura di Galatina.

Massimo Ruiu, Ombra assoluta

In Ombre Assolute la cavità geometrica disputa la propria incisiva e dominante presenza con la penetrante dimensione del vuoto, incavo che nettamente si sottrae alla bidimensionalità del quadro e costruisce la propria dimensione nell’assenza e nella sottrazione, che esalta immagine e ombra in un componimento antinomico e complice.

La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Edizioni Esperidi di Monteroni di Lecce, contenente le riproduzioni delle opere, il testo critico del curatore Carmelo Cipriani e la nota biografica dell’artista.

 

 

Nota biografica:

Nato a San Severo (FG) nel 1961, Massimo Ruiu si laurea in Storia dell’arte contemporanea a Roma, città in cui tuttora vive e lavora, e inzia a esporre nel 1984. Una costante della sua ricerca artistica è la tensione poetica che focalizza tematiche legate ai bisogni più intimi e profondi dell’uomo. Nelle sue opere c’è sempre qualcosa che non c’è: buchi neri in cui l’immagine implode, non-eventi dentro l’evento, parole affidate ai pesci, libri diventati cenere, in un procedere per negazioni affermative.
Ha esposto in gallerie e in spazi pubblici e museali in Italia e, all’estero, in numerosi paesi (Svezia, Germania, Macedonia, Inghilterra, Grecia e numerosi altri). Nel 2017 installa al MAAM di Roma Atteone, un’opera murale realizzata con quattromila chiocciole, a cura di Giorgio De Finis. Tra le principali mostre personali, Fragile presso Interno 14 a Roma (2017), Onde di frequenza alla Ecos.Gallery di Roma (2012), 5 sogni alla Galleria Maniero di Roma (2009), Le parole illuminate dei pesci alla Vedetta della Marina di Giovinazzo (BA) (2007), Doppio mare allo Studio Fedele di Monopoli (BA) (2006), Secondo Tempo presso il Centro di Arte Contemporanea Palazzo Pino Pascali di Polignano a Mare (BA) (2003), Ombre Assolute allo Studio Pino Casagrande di Roma (2001), C’è qualcosa che non torna al Museo di Gallese (VT) (1998), Essenze alla Galleria Giulia di Roma (1996), Sirene presso Il Politecnico XX Arte di Roma di Roma (1994), Collezione di farfalle allo Studio Oscar Turco di Roma (1993).
Tra le collettive più recenti, Montezuma, Fontana, Mirko. La scultura in mosaico dalle origini ad oggi al MAR di Ravenna (2017), Convivium al Museo Pino Pascali di Polignano a Mare (BA) (2016), Atlante mediterraneo al Castello di Acaya (LE) (2016), Atlante Palmieri al Palazzo Palmieri di Monopoli (BA), La grande illusione alla Temple Gallery di Roma (2014), Il giardino segreto al Castello Svevo di Bari, Home my place in the world alla galleria Palm Hall di Londra (2012), Puglia: Sguardo contemporaneo alla 54° Biennale Internazionale d’Arte di Venezia (2011), Intramoenia Extrart al Castello di Barletta (2009).

Nicoletta Provenzano

Nata a Roma, storica dell’arte e curatrice. Affascinata dalle ricerche multidisciplinari e dal dialogo creativo con gli artisti, ha scritto e curato cataloghi e mostre, in collaborazione con professionisti del settore nell’ambito dell’arte contemporanea, del connubio arte-impresa e arte-scienza.