«Ché due cose, o giovane, hanno pregio supremo fra i mortali: la dea Demetra, ch’è la terra, e chiamala con qual nome tu voglia: essa nutrisce con la spiga i mortali: e a lei accanto s’è posto di Semele il figlio, che all’uomo donò l’umor dolce dei grappoli, l’umido succo che solleva i miseri d’ogni cordoglio»
Euripide, Baccanti
La XII edizione del festival di VinArte, nell’ambito della rassegna Vinalia a Guardia Sanframondi in provincia di Benevento, con la direzione artistica dell’ideatore Giuseppe Leone e con la cura di Azzurra Immediato per la Sezione Fotografia, quest’anno caratterizza il proprio sguardo sul tema del Conforto, unendo simboli e ritualità in seno ad un territorio caratterizzato dalla coltura e cultura del vino, della tradizione, della sfera cultuale e della storia.
Pittura, scultura e fotografia, nelle diverse poetiche degli artisti coinvolti, accolgono il tema ampliandone il respiro in uno sviluppo crescente, dialogando con la cittadina e i suoi luoghi nella visione attenta e rivelativa dell’arte che si radica lungo il Borgo Antico, dilatandosi nello spazio e nel tempo di un sentimento vitalizzante e rafforzativo, nell’ascolto e vicinanza, nel sollievo e rigenerazione conferiti dalla parola ispiratrice di questa edizione.
Nelle epopee del mondo antico, mediorientali, greche, fino alla Genesi biblica, la coltivazione vitivinicola nata dopo il mito del diluvio appare come mistero generale caratterizzante, da cui gli eroi sopravvissuti vengono coinvolti come segno di rinascita vitale e consolativa: un elemento essenziale quello del vino ricorrente nei culti di ogni popolo, dove si colloca nella sua valenza simbolica di abbondanza e consolazione, felicità e ispirazione, verità e conoscenza, convivialità e comunione con il divino.
Ricordando la figura di Noè, custode della vita che nella vite radica il sollievo, come scrive Giuseppe Leone, e la fiducia, in solidarietà semantica tra conforto e consolazione, tra supporto e incitamento, VinArte si pone come festival dal valore coestensivo e interrogante, tracciando un percorso essenzialistico e filosofico, metaforico e rituale, esteso in ulteriori forme semantiche.

Nella chiesa dell’Annunciata Ave Gratia Plena per il progetto Gli Altari dell’Arte a cura di Giuseppe Leone le opere scultoree e installative degli artisti Max Coppeta, Leticia Mandragora, Aniello Scotto, Emanuele Scuotto, Ernesto Pengue e dello stesso Leone, interrogano la soglia percettiva come apparizioni fantasmatiche, narrazioni sublimate nel compimento e nell’attesa di un riscatto storico, contemplazione e ascolto degli astri nelle ore dell’ombra, confine dimensionale teso ad un processo salvifico, ascensionale e purificativo.

La sezione fotografica a cura di Azzurra Immediato intraprende e delinea un racconto attraversato da memoria e futuro, da un qui e un allora che percorre un sentiero emotivo di luci nette, contrapposte e tensive, turbolente ed elegiache, solitarie e abbacinanti, propagate nel borgo cittadino partendo dal Monte dei Pegni con il progetto del Collettivo LA ZONA, composto da Angela Maria Antuono_AMA, Federico Iadarola, Gianfranco Molinario, Pasquale Palmieri, Luigi Salierno e Annibale Sepe, per arrivare a Palazzo Marotta Romano con i lavori di Alessandro Iazeolla, Maurizio Iazeolla, Fabio Ricciardiello, Anna Rosati e Natalino Russo.

Come scrive la curatrice, «la fotografia degli artisti invitati ad interpretare il tema del Conforto, fa da eco con un cammino che è al tempo stesso poesia, evocazione, misterica fascinazione, allegoria, ospitalità e scambio transitorio», un soffio di desideri e speme, di ricordo e illusione, volontà immaginativa e immersioni in un vissuto altro, caratterizza l’impronta visiva degli artisti come incedere radicale e interiore nel linguaggio fotografico, essenziale e formalisticamente primario.

Affidato agli artisti del territorio – Francesco Garofano, Nicola Ciaburri, Mariano Goglia, Margherita Palmieri, Carmine Carlo Maffei – il progetto Genius Loci è un percorso materico, reale e radicalmente unito alla terra, al suo legame indissolubile e ancestrale che fortifica, sostiene e fonda.
A chiudere la manifestazione guardiese il progetto speciale di Nicola Rivelli, disegnato e incastonato lungo le linee architettoniche del borgo, e il progetto indipendente del Circolo Fotografico Sannita.

Nicoletta Provenzano
Nata a Roma, storica dell’arte e curatrice. Affascinata dalle ricerche multidisciplinari e dal dialogo creativo con gli artisti, ha scritto e curato cataloghi e mostre, in collaborazione con professionisti del settore nell’ambito dell’arte contemporanea, del connubio arte-impresa e arte-scienza.