ArteLetteraturaPrimo PianoEdito INedito: “Il Terrore nell’Arte” di Lorenzo Soave

Nicoletta Provenzano17 Dicembre 2019
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Il nuovo libro di Lorenzo Soave, Il Terrore nell’Arte (240 pp., 18 euro), edito da Palombi Editori, è un viaggio attraverso i secoli all’interno di un percorso storico artistico che indaga la paura dell’ignoto, dell’occulto, il terrore per le forze ultraterrene; è uno studio che si addentra nella superstizione, nei riti, nella scienza, nella rappresentazione dell’aldilà, in ciò che appare eccezionale, impressionante, alieno. Mostri, streghe, fantasmi, vampiri, lupi mannari, creature demoniache e spaventose popolano e hanno popolato l’immaginario dell’umanità fin dai tempi antichi, prima che si misurasse il tempo e che l’uomo intraprendesse il percorso di scoperta e conoscenza, spingendosi ancora più in là nella risoluzione e coscienza dei misteri, del terrifico, del demoniaco, del mondo dentro e fuori da sé.

La copertina del libro, edito da Palombi Editori

Il lettore viaggia in incubi che si insinuano nell’animo umano dalla più tenera età e che continuano arricchiti o mutati di forme e contenuti, attitudini e domini, nella crescita individuale e storico-collettiva. Lorenzo Soave delinea con perizia una storia sull’umano tracciata attraverso l’arte, ci conduce in uno studio puntuale e appassionante su ciò che ha sempre attratto e respinto, atterrito e al contempo spronato l’essere umano a confrontarsi con la realtà fenomenica e con ciò che appare incomprensibile, indecifrabile, inconoscibile. Un rapporto con il mostruoso e il terrifico che primariamente è legato al sovrannaturale, al mistico, alla sfera rituale e iniziatica, denota l’azione di forze divine arcane, mitologiche, fantastiche, dalla funzione ammonitrice e punitiva in relazione a carestie, guerre, epidemie. L’arte dà forma e sostanza a queste creature terrifiche dalla morfologia sconvolgente e sensazionale o che si annidano nell’essere umano in una forma conosciuta, familiare, intrigante: il testo propone una disamina in cui il demonio imperversa il cuore del Medioevo, streghe e malefici oscurano il cielo del Rinascimento, i lupi mannari turbano e intorbidano il chiarore delle lune di campagna, mentre a partire dal Settecento fino all’Ottocento il regno dei morti – dagli assetati vampiri ai lugubri fantasmi – angoscia e tormenta il mondo dei vivi. L’autore si immerge in questi luoghi oscuri ripercorrendo la storia lungo le vie segnate dalla mente umana nel bisogno di dare fattezza alle paure più riposte, dando libero sfogo alle proprie fantasie, nella volontà di trovare risposte, nel sovrannaturale, a una realtà non sempre decifrabile o nella necessità di delineare racconti e testimonianze provenienti da mondi lontani, totalmente sconosciuti.

Hieronymus Bosch, Trittico del Giardino delle Delizie, 1480 – 1490, Madrid, Museo del Prado

Gli inferi hanno un posto preminente nel palcoscenico degli orrori: diavoli ed esseri ripugnanti si avventano sui dannati infliggendo atroci ed efferate punizioni secondo la legge del contrappasso, come nelle opere di Hieronymus Bosch o di Giovanni di Pietro Falloppi, detto Giovanni da Modena.

Giovanni da Modena, L’Inferno, affresco, Bologna, Chiesa di S. Petronio (Cappella Bolognini), particolare

Ancelle dei poteri infernali sulla terra, a partire dal 1300 e per tutto il 1700, le streghe ossessionano l’Occidente che le rappresenta come vecchie maligne, che solcano i cieli a cavallo di capre, asini, scope, o nei Sabba alla presenza di Satana, come rappresentato nelle opere di Francisco Goya, tra ‘700 e ‘800.

Francisco Goya, Volo delle streghe, 1798, Madrid, Museo del Prado

Leggende e racconti antichi sono vivificati negli oltre 200 capolavori analizzati: Giotto, Bosch, Memling, Signorelli, Botticelli, Michelangelo, Caravaggio, Goya, Munch, solo per citarne alcuni, rappresentano l’eterno rapporto dell’uomo con le proprie paure e le diverse e molteplici forme che hanno assunto attraverso i secoli. L’ultima parte di questo viaggio nelle lande del terrore, in cui l’autore ci guida, è caratterizzata dal nuovo ingresso nel mondo del terrifico di creature aliene misteriose, abitanti di galassie lontane, le cui tracce si scovano fantasiosamente – secondo alcune odierne credenze – nei reperti antichi, nelle pitture rupestri, nelle iscrizioni egizie. Lo spazio come ultima frontiera, abitato dall’incerto e sconosciuto, ancora conduce l’uomo all’interno di territori inesplorati, spaventevoli, mostruosi, in cui dare sfogo alle proprie paure e insicurezze.

Nicoletta Provenzano

Nata a Roma, storica dell’arte e curatrice. Affascinata dalle ricerche multidisciplinari e dal dialogo creativo con gli artisti, ha scritto e curato cataloghi e mostre, in collaborazione con professionisti del settore nell’ambito dell’arte contemporanea, del connubio arte-impresa e arte-scienza.