ArtePrimo PianoIl progetto “Arca Collective”: 24 costole, 24 artisti

Nicoletta Provenzano23 Luglio 2019
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Il diluvio universale e l’arca salvifica non è tema esclusivo della Bibbia, ma è soggetto di molte tradizioni e miti orientali e greci dall’origine antichissima. Tutti i miti e le tradizioni religiose identificano la furia delle acque, scatenate dall’ira delle divinità nei confronti dell’uomo, come elemento di demarcazione di un prima e di un dopo evolutivo, significativo per la storia dell’umanità.

Le prime raffigurazioni dell’arca, seguendo il suo vero significato etimologico, la presentano come uno scrigno, una cassa rettangolare galleggiante, come nella moneta della città di Apamea in Frigia, risalente al III secolo: la più antica immagine giunta sino a noi di questa tipologia. La rappresentazione, oggi più familiare, dell’arca come naviglio, coesistette con questa prima raffigurazione, più vicina al testo biblico, probabilmente già a partire dal periodo paleocristiano.

Il progetto Arca Collective nasce da un’idea di Silvana Prestipino con la direzione artistica di Davide Dormino e coinvolge 24 artisti: Donatella Spaziani, Rocco Dubbini, Mariagrazia Pontorno, Antonio Tropiano, Luigi Presicce, Davide Monaldi, Laure Boulay, Iginio De Luca, Elvio Chiricozzi, Pietro Ruffo, Carlo De Meo, Daniele Puppi, Paolo Grassino, Loris Cecchini, Silvia Giambrone, Eugenio Tibaldi, Laura Cionci, Angelo Bellobono, Arianna Bonamore, Giuseppe Stampone, Alice Schivardi, Delphine Valli, Angelo Cricchi, Mustafa Sabbagh.

Il riferimento all’arca, in questo contesto, non richiama un mito divino, si caratterizza piuttosto come immagine archetipa che identifica gli elementi essenziali di un sistema natante come metafora di un corpo complesso: un corpo che prende forma, si sviluppa e cresce nella continuità delle sue membra, nello scorrere armonico e costante di tutte le sue componenti, compiute e definite nella totalità delle loro tipologie, eppure interdipendenti le une dalle altre, nella condivisione di uno stesso spazio che delimita e consente ogni singola funzione.

L’opera collettiva si comporrà di una gabbia toracica, costituita da 24 costole, di ben 15 metri di lunghezza e 6,5 di larghezza, realizzata dall’artista Davide Dormino. La chiglia custodirà come un forziere protettivo gli organi vitali affidati ai linguaggi dei 24 artisti, a ognuno dei quali è stato chiesto di interpretare un organo del corpo umano, che prenderà posto all’interno di ogni singola costa.

L’arca, nel suo significato etimologico, è elemento che contiene e protegge qualcosa di estremamente prezioso, inestimabile: il nostro senso di umanità, una koinè che ci identifica come individui collegati nelle nostre esistenze, formanti un insieme indissolubile.

Come una nave non ha un singolo autore, ma si costruisce nel lavoro condiviso di tutti, Arca Collective supererà l’autorialità del singolo artista, generando una installazione corale itinerante. Il progetto è un qualcosa che si proietta in avanti nella concretizzazione di un essere, nasce come volontà di compiere un proposito, un disegno, è inevitabilmente l’inizio di un’impresa, un viaggio individuale e collettivo.

Tra i flutti di un mare antico, quasi un liquido amniotico che ancora presiede le coste del mondo, le lambisce, le forma, il progetto Arca Collective si riempirà del respiro di tutta un’umanità, divenendo un organismo pulsante e reale, racchiudendo e abbracciando ogni apparato organico che sovrintende alla vita.

Un senso di comunione profonda sarà centro strutturale di uno scheletro composto da sculture di legno ricavato dai tronchi abbattuti dall’alluvione avvenuta in Italia nell’autunno 2018.

Intrecciando saperi e materiali, questa nave archetipo si comporrà di una melodia a più voci, un accordo tangibile che si disvelerà man mano all’interno del corpo dello scafo, sede del respiro vitale e congiunzione tra il dentro e il fuori.

Emisfero destro, emisfero sinistro, occhi, orecchie, denti, naso, lingua, corde vocali, polmone destro, polmone sinistro, vene-arterie, cuore, sistema linfatico, nervi, fegato, stomaco, pancreas, milza, intestino crasso, intestino tenue, rene destro, rene sinistro, vagina, pene: ogni apparato, designato e accordato all’interno del costato, nel suo ruolo e nella sua identità, sarà parte di un’universalità, ideale e concreta.

L’Arca Noetica stabiliva un nuovo patto tra il divino e l’umanità; il progetto Arca Collective ristabilisce un’alleanza di spirito tra esseri umani, che sono parte integrante, funzionale e imprescindibile della collettività, nata e fiorita nella coesione ed intesa reciproca.

Ogni individuo, che è organo essenziale e indispensabile alla pluralità dell’esistenza, è anch’esso indissolubilmente vincolato alla sussistenza di ogni altra parte di questa struttura, corporea o sociale, che ha come obiettivo la vita. Dalle riflessioni e dalla poetica degli artisti nascerà una umanità perfetta e conclusa in ogni singola parte, indivisibile dalla struttura che la sostiene e la protegge, che la fonde e la compie nell’unione tra le parti.

Nicoletta Provenzano

Nata a Roma, storica dell’arte e curatrice. Affascinata dalle ricerche multidisciplinari e dal dialogo creativo con gli artisti, ha scritto e curato cataloghi e mostre, in collaborazione con professionisti del settore nell’ambito dell’arte contemporanea, del connubio arte-impresa e arte-scienza.