Pitagora – filosofo greco antico, astronomo, matematico, politico – fu fondatore a Crotone di una delle più importanti scuole di pensiero che da lui prese il nome: la scuola pitagorica.
Il suo pensiero ha avuto un’incidenza fondamentale per lo sviluppo della scienza occidentale, avendo intuito per primo la valenza della matematica come mezzo di descrizione del mondo.
Secondo la maggior parte delle testimonianze, per lo più tarde, Pitagora nacque nella prima metà del VI secolo a.C. nell’isola di Samo; da qui si trasferì in Magna Grecia, dove fondò nel 530 a.C. la scuola pitagorica.
Pitagora non lasciò nulla di scritto e le opere Tre libri e Versi Aurei sono da attribuirsi ad autori sconosciuti che li redassero in epoca cristiana. Tra i filosofi che influenzarono Pitagora menzioniamo Ferecide di Siro, Talete e il suo allievo Anassimandro.
La concezione pitagorica dell’universo mette al centro di questo non la Terra – come in altre cosmografie antiche, come ad esempio quella di Anassimandro – ma il Fuoco: il nostro pianeta è solo uno dei corpi celesti che girano intorno al Fuoco. Gli altri astri erranti sono: l’Antiterra (che precede la Terra nella sua vicinanza al Fuoco in posizione esattamente opposta a quest’ultima) e – dopo il nostro pianeta – la Luna, il Sole e i cinque pianeti (Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno), tutti astri che unitamente al Fuoco sono contenuti all’interno dell’universo sferico delle Stelle fisse.
Il compito della filosofia secondo il pensiero pitagorico è la purificazione dell’anima attraverso la conoscenza dell’ordine superiore dell’universo. Centrale fu nella dottrina pitagorica la riflessione sui numeri, con la quale egli si riteneva in grado di spiegare la struttura atomica dell’universo. Tramite il numero possiamo dunque, secondo Pitagora, ricavare la struttura di tutta la realtà. Determinante per l’approdo a tale teoria fu la scoperta dei suoni e degli intervalli della musica, alla quale i pitagorici dedicarono uno studio approfondito. I rapporti tra gli intervalli dei suoni vennero tradotti in rapporti numerici e vennero rappresentati tramite la matematica.
Oltre alla musica il numero trova applicazione concreta (in quanto struttura della realtà) in tutti i fenomeni dell’universo. Le leggi numeriche regolano i tempi stessi: gli anni, le stagioni, la riproduzione degli animali, lo sviluppo della vita, la regolarità dei cieli, il comportamento della vita umana.
A Pitagora e ai pitagorici sono inoltre da attribuire: la distinzione dei numeri in pari e dispari; la definizione dei numeri amicabili e dei numeri perfetti; la rappresentazione geometrica dei numeri interi mediante gruppi di punti disposti in modo da formare figure geometriche regolari, che permise ai pitagorici di conseguire risultati importanti relativi ai quadrati perfetti.
Un’altra teoria tipica del pitagorismo è la reincarnazione o metempsicosi, ovvero la credenza nella trasmigrazione delle anime da un corpo a un altro anche di diversa specie dopo la dissoluzione. Molto probabilmente i pitagorici avevano ereditato tale convinzione dai culti orfici.

Francesca Ricciuti
Abruzzese, classe '85. Laureata con lode in Filologia Classica presso la Sapienza di Roma. Da sempre appassionata delle lingue classiche, ha insegnato sia privatamente che a scuola.