Una ricerca morfologico-grammaticale sul colore e sui rapporti paradigmatici della forma si distribuisce equilibrata, attentamente misurata, in rapporti strutturali e costruttivi, all’interno della galleria Alessandra Bonomo: la personale dell’artista coreana Chung Eun Mo espone i suoi ultimi lavori, realizzati nel nuovo studio di Milano.
Il codice pittorico esprime la sua universalità e capacità plastica in forme nette che compongono lo spazio della tela in rapporti predominantemente lineari, accogliendo virtuosismi di stesura pittorica affinati e sintetizzati in strutture percettive dalla planarità architettonica, in intersezioni, associazioni e sovrapposizioni di piani-colore, dove ogni campo è una proporzione geometrica che prende origine e sollecitazione dell’asse sintagmatico del supporto, dall’estensione della tela, dai suoi rapporti matematici e dai limiti dimensionali.
L’artista costruisce aperture prospettiche abitabili, indagate dallo sguardo come ambienti architetturali, significazioni paesistiche concertate e compendiate in quadrati, rettangoli e curve, associate in relazioni coloristiche, a volte complementari, dissonanti, stridenti.
Ogni linearità costruttiva determina e racchiude uno spazio che trova tridimensionalità e percezione tattile nella diversa intensità della pennellata, nell’insistenza e consistente brillantezza del tono, bilanciata e alternata dalla stesura fine che sembra tessere filamenti vibrati, intonati in sonorità tenui, che si estendono in colori primari e naturali.
La pittura come elemento fisico, nei parametri dimensionali e tonali, nei contrasti simultanei e nell’organicità plastica, si estende nella totalità della tela, nel pieno del campo visivo, annullando ogni esteriorità, ogni margine o cornice, includendo lo spazio ospitante nella percezione sensoriale del dato visivo.
L’astratta geometria di Chung Eun Mo si stratifica in sfumature e nitide unità proporzionali euritmiche che codificano e sintetizzano visivamente la realtà, comprendendola in una classicità formale che richiama i fondamenti della pittura e dell’architettura rinascimentale, e in una determinazione astrattiva erede del Suprematismo russo, di Kazimir Severinovič Malevič, El Lissitzky, Josef Albers, del Bauhaus.
Nelle quattordici tele, dipinte ad olio su lino, fasci di luce continua, intense fluorescenze e campiture piene, compongono dinamicità ritmiche suddivise in proporzionalità auree, in elementi geometrici basilari, apici cromatici emergenti, legati a mescolanze lievi che definiscono ogni segmento geometrico, pur rendendo morbidamente connessi i contorni.
L’artista, nel rigore della sua ricerca, unisce profondità spaziali, che intrigano l’occhio nel tempo della visione ripetuta e immersiva, a plurime persistenze cromatiche percettive, dimensionalità misurate, calcolabili e orientate nell’aderenza e accondiscendenza, nella struttura linguistica, ai postulati euclidei, tra geometria piana e figure formulate nello spazio tridimensionale.
La personale dell’artista Chung Eun Mo presso la Galleria Alessandra Bonomo, visitabile fino al 14 febbraio, sarà aperta solo su appuntamento.

Nicoletta Provenzano
Nata a Roma, storica dell’arte e curatrice. Affascinata dalle ricerche multidisciplinari e dal dialogo creativo con gli artisti, ha scritto e curato cataloghi e mostre, in collaborazione con professionisti del settore nell’ambito dell’arte contemporanea, del connubio arte-impresa e arte-scienza.