ArtePrimo PianoLa segnaletica stradale come architettura distintiva del territorio: una mostra a Spazio In Situ

Nicoletta Provenzano19 Novembre 2019
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Spazio in Situ è una realtà giovane, intraprendente, attiva e internazionale. Con l’esposizione From Tor Bella with Love inaugura una nuova programmazione di eventi in cui gli artisti protagonisti di questo spazio presenteranno una riflessione in dialogo con la realtà dell’Artist run space.

From Tor Bella with Love si confronta con i segni e le simbologie della segnaletica stradale, che definiscono il tracciato urbano di centro e periferia, con codici civili e comportamentali che si incontrano sulle strade di ogni paese, di ogni conglomerato urbano, di ogni parte di città, grande o piccola che sia.

Christophe Constantin, Composizione senza senso, 2019, Tecnica mista, Dimensioni variabli

Morfologie, architetture distintive ed identificative del territorio ne costituiscono l’immagine riconoscibile, così come i riferimenti relazionali che insieme danno l’incipit alla sua storia, esportabile, vendibile.

Un sistema simbolico dello spazio vissuto, che viaggia nelle arterie urbane, e gli elementi invariabili di un organismo vitale, espanso, si discostano dalla loro funzione per collocarsi in un ambiente espositivo, per attuare una riflessione multidirezionale.

Christophe Constantin, Ricontestualizzazione di una cornice, 2019, Olio su tavola, lampeggianti stradali, 230/180 cm

Christophe Constantin e Marco De Rosa riferiscono di una relazione dialettica tra centro e periferia, che pure non si contrappongono, ma vivono in simbiosi costituendo la società. La strada è territorio sottoposto a dinamiche identitarie, relazioni affettive, economiche e simboliche, è luogo d’azione, di unione e differenza e con essa i tre giovani artisti dialogano, giocano, reinventando e ribaltando i linguaggi, i principi, le misure, le funzioni.

Sistemi, metodologie e costrutti sociali si ripetono invariabili nelle metropoli contemporanee, a queste i tre artisti rispondono con indicazioni e segnali morfologici rinnovati oltre la convenzione.

Christophe Constantin, All Roads lead to Rome, 2019, Olio su tavola, ferro, 150/80/ 15 cm

In All Roads lead to Rome, in Ricontestualizzazione di una cornice o in Strisce pedonali Christophe Costantin propone direzioni opposte all’interno di un paradigma urbano plurisistemico, di un sistema territoriale dinamico e complesso di cui mette in rilievo gli assurdi, le contraddizioni, le dualità, per rifondare una immagine, un segno-funzione linguistico che riveli l’incongruenza e la possibile fuoriuscita dai canoni sotto l’arma dell’ironia.

Marco De Rosa, Confine, 2019, nastro segnaletica su tela, 170/140/5 cm

In Confine di Marco De Rosa l’impossibilità di percepire con lo sguardo le delimitazioni di un territorio che si identifichi ideologicamente con il quadro, lascia campo aperto al bianco assoluto di un intero spazio percepibile. De Rosa interrompe una demarcazione visiva, proponendo una realtà restia a farsi racchiudere in un preesistente nodo concettuale, contrapponendosi ad una visione rilegata entro schemi prestabiliti.

All’interno di Spazio In Situ, segni e teatri del quotidiano si scambiano vicendevolmente con il sistema dell’arte metodologie e spazi, rimescolando linguaggi per produrre riflessioni persistenti e feconde, ironiche e risonanti.

 

 

Note biografiche:

Christophe Constantin nasce in Svizzera à Montreux (VD), dopo aver seguito il liceo artistico, ottiene un Bachelor of Arts nel 2013 à l’ECAV di Sierra nel cantone del Valese. Si traferisce a Roma dove, alla RUFA, si specializza in scultura in marzo del 2016. Nel gennaio del 2016 fonda Spazio In Situ, del quale tiene il ruolo di Direttore Artistico. Nel 2017 presenta in questo spazio una sua personale, intitolata BOH?!!: la mostra segna un rovesciamento nella sua produzione, che fonda le basi della sua produzione attuale. Fuori Italia, espone a Barcellona con la personale Spending time in Barcelona nel 2016, presentata nel centro d’arte Espronceda, dopo una residenza di 2 mesi. In Francia espone a Parigi per ChezKit (2017) e a Orléans durante Living cube tute, due collettive curate da Elodie Bernard. Nel ottobre 2018 presenta Petite Annonce nella collettiva DotLand#2 a Berlino, mentre nell’ottobre dello stesso anno espone in Svizzera con una personale intitolata A traverso la tela Bianca, curata da Anne Jean-Richard. Nel 2019 presenta il suo Monocromo in vetrina a Roma ed è esposto nella collettiva Chilometro 0 alla Gallery Apart.

Marco De Rosa nasce a Roma il 9 Novembre 1991. Frequenta il corso di Scultura presso la Rufa – Rome University of Fine Arts, dove consegue la laurea di secondo livello nel 2015. Tra il 2012 e il 2015 collabora come assistente con vari artisti come lo scultore Simone Bertugno. Nel 2016 apre insieme ad altri artisti coetanei lo Spazio In Situ, dove attualmente lavora. La sua ricerca artistica verte su concetti quali lo spazio, la realtà e l’inutilità intesa come concetto statico di un mondo apparentemente perfetto ma privo di scopo. Lavora attraverso vari medium tra cui fotografia, pittura e istallazione creando opere che l’artista stesso definisce non-ready-made.

Nicoletta Provenzano

Nata a Roma, storica dell’arte e curatrice. Affascinata dalle ricerche multidisciplinari e dal dialogo creativo con gli artisti, ha scritto e curato cataloghi e mostre, in collaborazione con professionisti del settore nell’ambito dell’arte contemporanea, del connubio arte-impresa e arte-scienza.