ArtePrimo PianoUn viaggio nella spiritualità: la Rhinoceros Gallery ospita la mostra “Frequency”

Nicoletta Provenzano2 Febbraio 2021
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Nell’esposizione Frequency di Sultan bin Fahad, in mostra fino al 10 febbraio presso la Rhinoceros Gallery della Fondazione Alda Fendi, nel palazzo storico al Velabro, oggetti e materie votati alla preghiera, motivi geometrici e ornamentazione architettonica, scrittura e iconografie dall’intima relazione con il sacro, danno vita a un luogo dello spirito, che si immerge nel trascendente, in variazioni caleidoscopiche di luce e ombra da cui accedere ad apparizioni ierofaniche.

Sultan bin Fahad, Frequency, Rhinoceros Gallery, Fondazione Alda Fendi, Roma, 2020

In sei installazioni distinte, suddivise in altrettanti ambienti, l’artista rappresenta una divina unità che si estende nella molteplicità espressiva, in corrispondenze armoniche formali raffinate e regolari, connessioni a una essenziale interiorità meditativa, rituale, mistica.

Il viaggio nella spiritualità, tra sequenze ritmiche, possessioni, purificazioni, attimi di preghiera e sospensioni spaziali nel territorio del misterico, si affida alla sfera sensibile, alla contemplazione del gesto, del raccoglimento, compreso e fermato nello sguardo del fruitore, avvolto in una profondità tangibile che si eleva e trova forma nello spazio di un sentire pregnante e leggero, individuale quanto universale, radunato nella dimensione decorativo-geometrica appartenente ai luoghi di culto.

Sultan bin Fahad, Frequency, Rhinoceros Gallery, Fondazione Alda Fendi, Roma, 2020

Nella poetica dell’artista la riflessione spirituale include ogni esperienza mistica, ogni espressione del contatto divino, percepito in un afflato universalistico che abbraccia ogni sfera sacrale. Nell’opera Possession l’immaterialità della ricerca che aspira al trascendente si incarna e definisce nel senso del tatto, richiamato da ombre di mani e volti in movimento su teli sottili e bianchissimi, dall’opacità del dialogo gestuale proiettato e stratificato in una schermante tetragona ripetizione.

Sultan bin Fahad, Possession, Frequency, Rhinoceros Gallery, Fondazione Alda Fendi, Roma, 2020

Il viaggio di scoperta della propria spiritualità viene raccolto e incorporato in una spazialità reale, manifestata nella propria fisicità e al contempo reso astratto dalla vibrazione dei contorni formali e dalla prospettiva visuale sovrastata.

In The Verse of the Throne sei piedistalli quadrangolari sovrastati da piccoli tasselli di marmo, tetragonali anch’essi, regolarmente distanziati e provenienti dalla pavimentazione di differenti luoghi di culto, sono sovrastati centralmente da ciotole, elegantemente iscritte, che conducono visivamente in un percorso proiettivo verso un cerchio luminescente legato al forte e vivifico legame con l’acqua, metafora di purificazione ed essenza stessa della vita.

Sultan bin Fahad, The Vers of the Throne, Frequency, Rhinoceros Gallery, Fondazione Alda Fendi, Roma, 2020

Lo scorrere metaforico dell’acqua dalle ciotole e lungo le feritoie lasciato visibile dai resti di pavimentazione si lega strettamente al passaggio necessario di tensione, trasformazione, rimozione e disorientamento conseguente a ogni liberazione e catarsi.

Nell’opera The White Noise una coralità orante involge il fruitore all’interno di piccoli ambienti cubici sospesi in cui la moltitudine di suoni, assimilato all’intervallo di frequenze, crea un’atmosfera magneticamente attirante e ossessiva, visivamente saturata nel bianco. L’universalità di una tensione verso le alte frequenze spirituali risuona nell’esposizione in una ricerca e in un’ampiezza costanti che armonizzano corporeità e principio immateriale.

Nicoletta Provenzano

Nata a Roma, storica dell’arte e curatrice. Affascinata dalle ricerche multidisciplinari e dal dialogo creativo con gli artisti, ha scritto e curato cataloghi e mostre, in collaborazione con professionisti del settore nell’ambito dell’arte contemporanea, del connubio arte-impresa e arte-scienza.