Primo PianoTeatro e DanzaCoreutiche riflessioni: lo scorrere del tempo nella danza

Alessandra Battaglia25 Settembre 2019
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«In origine era la Danza, e la Danza era il Ritmo e il Ritmo era la danza. In principio era il Ritmo, tutto è stato fatto da lui, senza di lui nulla è stato fatto»

Serge Lifar (1905-1986)

 

Il tempo è un concetto labile, si intuisce e lo si rappresenta in diverse modalità a seconda che si focalizzi o l’irreversibilità delle vicende legate alla vita umana o il ricorrere degli eventi astronomici e naturali. Nella danza il tempo ricopre un ruolo fondamentale legato al concetto di ritmo; nel ritmo, infatti, si trova lo scorrere del tempo rappresentato e percepito attraverso il succedersi ordinato e cadenzato di forme di movimento. Una descrizione, in fin dei conti, alquanto calzante della danza.

Ai nostri occhi contemporanei sembrano scontati il tempo e lo spazio, vissuti attraverso una iper-connessione data dal web e dalla facilità di spostamento da un capo all’altro del mondo ma nelle arti performative, in particolare in quella tersicorea, il tempo è un elemento centrale. Serge Lifar, danzatore e coreografo russo del Novecento, afferma proprio l’equivalenza e la reciproca interdipendenza tra la danza e il ritmo. Egli mise in scena il suo balletto Icaro (1935) realizzando i principi sostenuti nel suo Manifeste du choréographe (1935). In questo balletto Lifar sostituì la musica con i ritmi di un’orchestra a percussione, provando così che il balletto può esistere anche senza la musica. Infatti, per il coreografo russo la danza non dovrebbe prendere in prestito il ritmo da un brano musicale ma dovrebbe scoprirlo dentro la sua stessa essenza. Lifar sottolinea proprio ciò che avviene nella creazione coreutica, durante la quale si produce e si plasma una temporalità interna alle frasi di movimento; questa temporalità caratterizza in maniera decisiva l’andamento complessivo della danza che a sua volta, secondo le idee che si vogliono comunicare o i principi coreografici, può essere modificata e strutturata attraverso la velocità del movimento, esasperandolo nel rallentamento o nell’accelerazione. Il tempo e il ritmo sono perciò strettamente congiunti alla danza, sono due elementi che la costituiscono. La danza è un’arte che trova nel corpo costruito in un tempo e in uno spazio la sua realizzazione; nel realizzarsi la danza contestualmente istituisce uno spazio e un tempo “altro”, spingendo lo spettatore oltre il limite dello sguardo ordinario.

Boris Charmatz (1973), coreografo francese, cerca di raggiungere proprio questo spazio-tempo “altro” nel Museo della danza. Pubblicando il Manifesto for a National Choreographic Centre (2009), il coreografo vi descrive un luogo in cui sono mantenute tutte le attività di un museo, di un centro coreografico e di una residenza artistica. Per Charmatz artisti, danzatori e ricercatori partecipano alla vita del museo e, soprattutto, creano il museo inventando le opere stesse, superando la concezione di mero spazio di accumulazione e mettendo in mostra la processualità della creazione artistica nel luogo stesso dell’esposizione. È questo un museo dalla temporalità complessa e non lineare, ciò vuol dire che la fruizione dello spazio segue da un lato i ritmi della creazione e ricerca coreutica, dall’altro lato la danza lo pervade e si modella sul ritmo del museo e sulla presenza dei visitatori. Questo produce una percezione diversa del tempo trascorso in un museo, una fruizione alternativa delle stesse opere esposte e della rappresentazione coreica. Se il tempo e lo spazio sono le coordinate della danza e la danza nella sua realizzazione crea un “altro” spaziotempo, allora la danza si afferma come un’arte della ricostruzione della realtà, oltre l’idea e la conoscenza ordinaria del tempo e dello spazio, oltre l’iperrealtà vissuta quotidianamente.

Alessandra Battaglia

Performer e danzatrice, coltiva l'arte coreutica fin da piccola, perfezionando la danza contemporanea, il teatrodanza e la ricostruzione coreografica di danze antiche, medievali e rinascimentali. A coronamento di questa passione consegue due lauree, una in Storia della Musica, una in Storia della Danza.