Negli ultimi anni abbiamo assistito a una nuova tendenza nell’ambito della danza contemporanea: la collaborazione tra importanti coreografi e famosi personaggi del panorama musicale internazionale. Sebbene finora ci siano stati pochi esempi, artisti della danza contemporanea sono stati coinvolti nella realizzazione di video musicali. Akram Khan e Sidi Larbi Cherkaoui sono i principali nomi in questa nuova tendenza. Il videoclip, retaggio della cultura musicale degli anni Novanta, è un dei tanti prodotti dell’industria musicale e scontato passaggio per il lancio di una nuova hit. Questi video, grazie alla collaborazione di importanti nomi della danza, diventano suggestive – seppur brevi – opere coreografiche.
In questa nuova esperienza Cherkaoui si proclama vero pioniere. Coreografo 43enne, l’eclettismo e la continua sperimentazione sono le sue caratteristiche. Negli anni ha indagato diversi generi dell’espressione corporea, dalla danza contemporanea al flamenco, affermandosi quale maggior esponente della danza contemporanea europea. Fondatore della sua compagnia Eastman, ha firmato anche la regia di alcune messe in scena di opere liriche per il Bayerische Staatsoper. Già nel 2012 il coreografo collabora con il gruppo musicale islandese Sigur Rós, creando la coreografia di Valtari, brano tratto dall’omonimo album e pubblicato come uno dei 16 short film creati per il progetto. L’album, infatti, nasce come opera elegiaca e racconto poetico: 14 film-maker hanno creato liberamente un cortometraggio a seconda di ciò che veniva loro suscitato nell’ascolto dell’album. Nel cortometraggio del brano Valtari, le atmosfere surreali e contemplative create dalla musica elettronica del gruppo si fondono con la coreografia di Cherkaoui, raccontando un tenero quanto contorto incontro tra due persone; la poetica espressa attraverso il floorwork e i movimenti fluidi, abbinati all’impeccabile regia di Christian Larson, ci raccontano di una storia d’amore fatta di sguardi e incontri attesi e desiderati.
Cherkaoui, nella sua continua sperimentazione, approda nel 2017 alla produzione, regia e coreografia del videoclip I will fall for you sul brano Land of all del musicista francese Yoan Lemoine, conosciuto come Woodkid, produttore del videoclip assieme alla compagnia Eastman e Ballet Vlaanderen. Cambia la tecnica ma non lo stile del coreografo. Il passo a due, interpretato dai danzatori Drew Jacoby e Matt Foley, è basato sui temi della lontananza, dell’amore e della memoria. La coreografia gioca sull’interdipendenza, la condivisione del peso corporeo e il sorreggersi l’un l’altro. Cadute e risalite continue sono il filo conduttore dei movimenti e amplificano questo gioco continuo di rimandi e scambi.
Nel panorama musicale, un’altra collaborazione artistica che ha suscitato un certo interesse e successo è quella di Akram Khan e Florence + The Machine. La indie rock band inglese, guidata da Florence Welch, pubblica nel giugno 2018 il brano Big God, dall’album High as Hope. Il videoclip, diretto da Autumn de Wilde, è coreografato da Akram Khan e dalla stessa Florence Welch. I movimenti animaleschi, visivamente molto accattivanti, accompagnano gli elementi tipici del lavoro di Akram Khan, coreografo e danzatore britannico, nei cui lavori ricerca coreica e suggestioni delle nuove tecniche multimediali si intrecciano e si richiamano. Il brano Big God parla di un vuoto nell’anima: la cantante Florence Welch si sente vuota perché l’amato non ricambia il suo amore e, non riuscendo a dormire, si rivolge a Dio.
Infine la collaborazione tra Sidi Larbi Cherkaoui e Beyoncé è l’ultimo esempio di questa tendenza, con i videoclip di Apeshit e Spirit. Beyoncé aveva suscitato un certo scalpore all’interno del mondo della danza contemporanea quando, nel 2011, aveva pubblicato il video Contdown, in cui aveva citato in modo diretto e palese Rosas danst rosas (1983) di Anne Terese De Keersmaeker. Questo fatto portò la De Keersmaeker a citare in giudizio Beyoncé per aver plagiato la sua coreografia. La querelle è ancora in atto e molti hanno seguito l’evoluzione della vicenda, che ancora non trova una conclusione.
Beyoncé, perciò, non sembra affatto estranea al mondo della danza contemporanea e lo conferma la collaborazione con il già citato Cherkaoui. Un primo contatto tra i due era avvenuto per la cerimonia dei Grammy nel febbraio 2017, quando il coreografo creò per la cantante un universo poetico, una sorta di pittura umana con le sue danzatrici. Il successo di questa collaborazione è esploso con il videoclip, pubblicato a giugno 2018, di Apeshit. Per creare la sintonia con l’ambientazione il coreografo ha voluto dare alle 13 danzatrici di Beyoncé l’immagine di statue di dee, con movimenti delle braccia e delle anche molto fluidi, in contrasto con la musica rap del brano. Di pochi giorni fa è l’ennesimo successo della cantante americana, con la pubblicazione del videoclip Spirit; qui il duo artistico Beyoncé e Cherkaoui contribuisce a immortalare la storia de Il Re Leone della Disney. Nella costruzione coreografica le frasi di movimento sono ispirate alla natura, al fluire dell’acqua e del vento.
La nuova tendenza sembra, quindi, aver scalfito il muro invisibile – ma ben presente – che separa due mondi appartenenti al vasto continente dell’arte. L’industria musicale e la danza contemporanea stanno iniziando ad avere i primi contatti; stiamo assistendo a un miscuglio che scalfisce la rigida separazione delle arti. Questa permeabilità delle due sfere artistiche potrebbe portare alla realizzazione di piccole opere musicali e coreutiche, a disposizione di un vastissimo pubblico. La tendenza aiuterebbe, certamente, una maggiore conoscenza degli artisti della danza e soprattutto aprirebbe a una diversa prospettiva economica. Fino adesso la danza contemporanea si è sviluppata in un ristretto circuito dello spettacolo dal vivo. L’apertura dei coreografi a collaborazioni con artisti della musica pop potrebbe schiudere scenari molto interessanti, garantendo una maggiore conoscenza dell’arte coreutica al pubblico generalista.

Alessandra Battaglia
Performer e danzatrice, coltiva l'arte coreutica fin da piccola, perfezionando la danza contemporanea, il teatrodanza e la ricostruzione coreografica di danze antiche, medievali e rinascimentali. A coronamento di questa passione consegue due lauree, una in Storia della Musica, una in Storia della Danza.