La mostra personale, site specific, Confidence in the uncertain di Samantha Passaniti, a cura di Giorgia Basili, negli spazi di Curva Pura, affonda la proprie radici nell’accettazione del caos, negli equilibri germogliati dalla tensione, nell’euritmia di una variabilità instabile che intrinsecamente sottende a una necessità simmetrica, rispondente all’unità degli opposti, al “pòlemos” eracliteo. Incertezza e tumulto, frattura e sospensione sono territori della possibilità da cui emergono nuove germinazioni, mutazioni ed evoluzioni, fortificanti e fondanti.
Samantha Passaniti nello spazio minato, nella scossa tellurica in cui è coinvolta ogni convinzione e sicurezza, costruisce nuovi paradigmi e nuove prospettive, impreviste e imprevedibili, dai cardini scomposti, dalle coordinate indeterminate, che pure acquistano forza e tenacia dalla navigazione nell’ignoto, dal percorso intrapreso attraverso l’inquieto.
La Passaniti racchiude lo spettro cromatico nell’assolutezza del bianco, nella materia di luce da cui ogni colore si determina, principio della trasformazione e rinascita che conduce a nuova visione e coscienza. La poetica dell’artista si riflette in una mutabilità materica scaturita dalla natura, da percorsi e memorie familiari ricondotte a forme stratificate, a costrutti assemblativi bilanciati da frammenti misurati e minuti.
La metamorfosi continua, metafora di un costante e fluente rinnovamento, è parte essenziale del processo creativo; come scrive Giorgia Basili è fondamentale «il legame natura-antropos. Natura intesa come contraltare dell’artificiale, manifestazione sia della sfera organica che inorganica, accogliente rifugio delle specie viventi, contenitore e contenuto, sia benefica protettrice che sublime e terribile titano».

Nell’opera Uncertain Floor, tavole di legno recuperate dalla falegnameria nautica, un tempo realtà produttiva appartenente alla famiglia dell’artista, costituiscono il fondo pavimentale sconnesso da cui nasce un piccolo elemento vegetale, manifesta presenza di una esistenza in divenire, contrastata e accidentata, ma non passiva.
La rinnegata funzionalità delle assi lignee ne accresce la riconoscibilità estetica, la specificità e singolarità di ogni componente, contrapponendosi alla instabilità di una materia di recupero con il fascino di una memoria che si custodisce nei segni e nelle cicatrici del tempo.

Unstable Ladder, in diretta connessione con il forte elemento identitario della galleria, è un passaggio fragile e irregolare che congiunge una realtà terrena e contingente a una sua sublimazione verso la dimensione spirituale: da questo percorso ascendente le stesse insidie costituiscono principio e sostegno di un’elevazione.
In Air and weight il bilanciamento, nella sua precarietà, crea una perfetta rispondenza, un’esatta e incontrovertibile unione voluta dal caso, che destituisce congetture e previsioni, per un’immediatezza e una precisione fortuita, offerta dal paesaggio costiero dell’Argentario.

In White//Columns trame di stoffa e tela sono dualità che segnano un confine, che alludono a uno spazio iniziatico e sacrale, dal quale si accede a nuova vita dopo un periodo di stasi, una discesa terrena che le vincola in un’unione inscindibile con gli equilibri del sottosuolo, prima di tornare alla superficie, conservandone i tracciati, le impressioni, le ombre nella pastosità e purezza della cera.

Nella mostra Confidence in the uncertain le forme trovate e lette nell’andamento di pieni e vuoti si dispongono in un dialogo reciproco che continua nella materia, nel candore diversificato – ma conforme – delle sfumature.

Nicoletta Provenzano
Nata a Roma, storica dell’arte e curatrice. Affascinata dalle ricerche multidisciplinari e dal dialogo creativo con gli artisti, ha scritto e curato cataloghi e mostre, in collaborazione con professionisti del settore nell’ambito dell’arte contemporanea, del connubio arte-impresa e arte-scienza.