«I limiti, le trappole, le impossibilità mi sono necessari, vado loro incontro ogni giorno»
Philippe Petit, Trattato di funambolismo
Una riflessione e analisi concettuale, segnica e semiotica, di spazio e confine, nelle loro proprietà topologiche, si mostrano nitidamente lungo le pareti di AlbumArte, lungo le mura perimetrali interne della prima sala: nella doppia installazione video site specific BARCODE di Sonia Andresano, a cura di AlbumArte, Dimora OZ e Analogique, il cancello è l’elemento che articola ed estende correlazioni e concatenamenti tra apertura e chiusura, tra interno ed esterno, nelle sue linee estreme di delimitazioni confinarie.

Barriera protettiva e soglia valicabile si stagliano nel sistema percettivo come codice lineare, simile al codice a barre, che identifica e definisce un vincolo, un segno e un modulo verticale multiplo che si chiarifica nello spazio di vuoti e pieni in sequenza, profilando schemi spaziali che dispongono confini e tracciati distinti, contrassegnando e comprendendo un al di qua e un al di là, la cui demarcazione è a volte eludibile, fittizia e vana.
BARCODE instaura un rapporto di transazione tra l’ambiente e l’osservatore, stabilendo, distinguendo e attraversando un dentro e un fuori, l’apertura e la chiusura di spazi liminali, reali, immaginari, semantizzati e codificati nell’esplicitazione di un limite provvisorio, un meccanismo che distanzia e connette, procedendo lungo assi ideali.

Nei suoni della strada e del traffico automobilistico, costruttori di un’eco che prelude e accompagna l’attraversare, l’artista valica il limite, superando la barriera, non eludendo l’ostacolo, ma affrontandolo come necessario impedimento che esige un impegno, un impiego di forza e un’azione risolutrice che oltrepassa recinzioni materiali, tangibili, e sbarramenti emotivi, cancellati fugacemente in un passaggio di ombre in transito.

Lungo le linee divisorie di soglie invalicabili, il passaggio è anche un muoversi sul limite in un percorso acrobatico che prosegue e traccia lo spazio espositivo, che agita e percuote in un suono ritmico e modulare la sommità del margine e la serratura, superficie strutturale che si inscrive e si rappresenta nella sua funzione immanente come commistione di due diverse sfere semiotiche, interspazio confinale bivalente che echeggia equilibri e piccoli vacillamenti, conducendo oltre la stessa categorizzazione di barriera.
Nella realtà odierna, dove le prossimità relazionali, fisiche, spaziali sono segnate da una lontananza dalla densità marcata, BARCODE si spinge oltre i perimetri visivi, dove è possibile variare ed espandere paradigmi e codici del campo visivo e della dialettica spaziale.

BARCODE, a cura di AlbumArte, Dimora OZ e Analogique, è parte dell’evento collaterale ARKAD Manifesta 13 – Les Parallèles du Sud, presentato da KAD (Kalsa Art District), network di artisti, curatori, spazi e operatori culturali all’interno dell’area della Kalsa di Palermo. L’evento collaterale ARKAD, a cura di Dimora OZ e Analogique, è sostenuto dall’Italian Council ed è evento collaterale de La Quadriennale d’Arte 2020.
La proiezione di BARCODE negli spazi di AlbumArte è stata realizzata a porte chiuse nelle date del 19 e 20 gennaio 2021, per rientrare nelle date di definitiva chiusura della manifestazione, rimandata e sospesa più volte.
Partner del progetto: aA29 Project Room, AlbumArte, Analogique, Arteria Mediterranea, Bridge Art_residency, Casa Sponge, Dimora OZ, Dolomiti Contemporanee, Église, Fabula lab/Museo Archeologico Atella, Fourteen ArTellaro, GAD, KAD, KaOZ, Liminaria, MeNO, Museo di Santa Croce a Genova, Oratorio Santa Maria (Selàa), Parco Archeologico di Selinunte, PUSH, RAVE, Rizzuto Gallery, Scuola Popolare Villa Romana, Veniero Project.

Nicoletta Provenzano
Nata a Roma, storica dell’arte e curatrice. Affascinata dalle ricerche multidisciplinari e dal dialogo creativo con gli artisti, ha scritto e curato cataloghi e mostre, in collaborazione con professionisti del settore nell’ambito dell’arte contemporanea, del connubio arte-impresa e arte-scienza.