Le risorse nei paesaggi dell’Eurasia occidentale durante il Pleistocene e l’inizio dell’Olocene erano frammentarie; i nostri antenati erano quindi costretti a spostarsi su grandi aree per accedere a cibo e materie prime per gli strumenti. Un modo per risolvere i problemi causati dalle distanze tra le sorgenti litiche e i bisogni di sussistenza era creare dei nascondigli, un comportamento considerato come un mezzo per ridurre le disuguaglianze tra la disponibilità di materie prime, lo stress temporale e l’ubicazione di risorse specifiche. Gli studiosi hanno osservato il comportamento delle popolazioni attuali di nomadi cacciatori per interpretare al meglio questi particolari resti. I nascondigli sono generalmente intesi come un accumulo di merci stipate in un deposito o nascoste per il recupero e l’utilizzo futuri; potevano includere riserve di cibo, materie prime, utensili finiti o contenitori. Non ne fanno parte gli oggetti e articoli funerari, poiché non erano accumulati e immagazzinati per un futuro recupero e utilizzo.
I cambiamenti nella topografia o nelle forme del terreno sono utilizzabili come indicatori per le posizioni dei nascondigli. Il fatto che gli archeologi ne abbiano scoperti indica che alcuni non sono stati recuperati e questo potrebbe riflettere un fallimento nella memorizzazione dei punti di riferimento oppure può significare che queste strutture sono state volutamente abbandonate a causa di una pratica culturale. La prova dello stoccaggio di selce non sfruttata o di altre materie prime nel Paleolitico e nel Mesolitico d’Europa è molto rara, se non eccezionale. Alla fine del Paleolitico superiore è invece più frequente, anche se può essere interpretato come risultato della crescita della popolazione e della visibilità dei record archeologici.
Cinque grandi preforme magdaleniane in selce locale ed esogena per lame lunghe sono state trovate impilate alla base della parete della grotta di Montgaudier (Charente). Sempre in Francia sono stati scoperti oltre 400 manufatti nascosti sotto una grande lastra, poi esaminati e inquadrati nell’ampio contesto socioeconomico del Medio Magdaleniano. Altre preforme create da lastre di selce locali – raccolte a 5 km dal sito – sono state trovate nella Germania meridionale, mentre nella Renania centrale due grandi scaglie di calcedonio sono state stipate nel nascondiglio dopo essere state prelevate da fonti a 40 km di distanza. Nella Polonia centro-meridionale una fossa è stata riempita di decine di manufatti, tra cui noduli parzialmente corticati, fiocchi spessi e pre-anime di selce color cioccolato raccolte a circa 150 km di distanza. Un altro ricovero conteneva una preforma crestata, una manciata di nuclei di lama sfruttati in modo incompleto e altri reperti.
In Italia il deposito della Val Lastari contiene un gruppo principale di 57 blocchi accatastati insieme e altri isolati nei dintorni. Molti di loro hanno superato un test di idoneità prima di essere inseriti nel nascondiglio, alcuni sono stati preformati o inizialmente sfruttati per la produzione di utensili rimuovendo solo una cresta naturale. Essendo il sito utilizzato per la produzione, il consumo e l’esportazione di lame, il rifugio suggerisce che una parte di ciottoli selezionati serviva per lo sfruttamento immediato. Il deposito di Palughetto è stato scoperto isolato in una torbiera contenente sei blocchi raccolti a 25 km dall’altopiano e quasi tutti testati prima dello stoccaggio. Questo suggerisce un’anticipazione a lungo termine per ulteriori occupazioni stagionali.
Noduli di selce sono stati trovati nascosti nella valle di Pickering (Yorkshire), il sito di un antico lago visitato ripetutamente da gruppi di cacciatori-raccoglitori. I tre ripostigli sono attribuiti al primo Mesolitico e consistono rispettivamente di 12, 9 e 5 noduli raccolti dalla cassa e lasciati intatti, testati o parzialmente lavorati e impilati. Nel sito del primo mesolitico di Ruffey-sur-Seille l’usanza di effettuare controlli di qualità prima di trasportare selce sfruttabile è dimostrata da un nascondiglio contenente 22 blocchi raccolti a 20 km dal sito. Blocchi e lastre accatastati insieme suggeriscono l’esistenza dell’uso di una borsa per il trasporto; inoltre è stato scoperto un contenitore di corteccia di betulla riempito con 29 blocchi di selce preparati nel sito russo di Nizhneye Veretye.
I depositi europei del Paleolitico superiore e del Mesolitico nella maggior parte dei casi forniscono quindi la prova di ripetute visite al campo. Lo stoccaggio più o meno consueto di strumenti o materie prime in caso di esigenze future potrebbe aver avuto importanti implicazioni sul modo in cui gli esseri umani si muovevano all’interno di un dato territorio. Ciò implica certamente che si aspettassero di tornare alla posizione del nascondiglio come risultato di un modello relativamente regolare di movimento abituale da un luogo all’altro.

Alice Massarenti
Nata a Mirandola, in provincia di Modena, classe ’84, si è laureata in Archeologia e storia dell’arte del vicino oriente antico e in Quaternario, Preistoria e Archeologia con una tesi in Evoluzione degli insiemi faunistici del Quaternario. Ha un’ossessione per i fossili e una famiglia che importuna costantemente con i racconti delle sue ricerche sul campo.