ArtePrimo PianoArte Borgo Gallery ospita le opere di Paul-Yves Poumay, per la prima volta in mostra a Roma

Redazione20 Novembre 2021
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I Rintocchi della Rivoluzione, la personale d’arte contemporanea dell’artista belga Paul-Yves Poumay, a cura della storica dell’arte Martina Scavone, ospitata negli spazi di Arte Borgo Gallery, si avvia ad aprire i battenti. L’inaugurazione dell’esposizione, che vanta il Patrocinio dell’Ambasciata del Belgio, è prevista per sabato 27 novembre, alle ore 18, presso la sede romana di Borgo Vittorio 25, a due passi dalla Città del Vaticano; il pubblico avrà così l’occasione di entrare nell’universo di Poumay, opportunità che si concluderà il 10 dicembre.

La locandina dell’evento

Il primitivismo evocato dalle opere di Poumay, memore dell’Arte grezza, è la risposta dell’artista all’attuale crisi dell’essere umano, sempre più solo e confuso. Nelle sue opere, d’un tratto, cessiamo di essere moderni e all’avanguardia, e ci riscopriamo creature fragili e prive di certezze, non più convinti di conoscere la risposta a ogni quesito. Poumay usa l’arte come uno strumento per trasformare in meglio la società contemporanea, mettendone in risalto tanto gli aspetti peggiori quanto quelli migliori, attraverso l’uso di messaggi di distruzione e annichilimento, seguiti da altri di speranza e rinascita. Le sue opere testimoniano le contraddizioni del vivere contemporaneo, l’immoralità, il distacco – tratto tipico della postmodernità – dal lato più profondo e spirituale dell’essere umano.

Paul-Yves Poumay, Metro boulot dodo

Questa nebulosa di sentimenti prende vita e si concretizza nelle sculture presenti in mostra, due delle quali rappresentano esseri umani spersonalizzati, dai tratti fisionomici indefiniti e misteriosi, che per tale ragione è possibile identificare tanto con se stessi quanto, al contrario, con un Mister Nobody qualunque, citando testualmente il titolo di una delle sopraccitate sculture. Queste ultime, a dispetto della staticità che per definizione connota le opere scultoree, si animano, prendono vita, si dispiegano verso lo spazio circostante, entrando in dialogo con esso e prendendo parte attiva in un processo la cui parola d’ordine è, come afferma lo stesso artista, «scomporre per poi ricostruire».

Paul-Yves Poumay, Mister Nobody

Ricostruzione è, infatti, il concetto alla base della seconda parte della produzione artistica di Poumay, rappresentata da un gruppo di opere – presenti anch’esse in mostra – in cui l’artista rende omaggio a tutto ciò che di buono conserva la nostra società.Qui Poumay invita il fruitore a comprendere quanto e fino a che punto l’arte possa contribuire nel veicolare messaggi – spesso dimenticati – di speranza, compassione e amore. Prevale un sentimento di giustizia e moralità, di cui l’arte è la naturale protagonista.

Paul-Yves Poumay, Blonde

Come spiega la curatrice Martina Scavone, «il “fil rouge” che mette in relazione i lavori di Paul-Yves Poumay, spesso complessi e talvolta difficili da comprendere al primo approccio, è una dirompente astrazione, in grado di avvolgere i fruitori, guidandoli nel complesso mondo dell’artista, fatto di verità, intensità emotiva e contraddizione. Un mondo che rispecchia la realtà attuale, con i suoi eccessi, i suoi colori vibranti, la sua inesauribile ricchezza di significato». L’artista belga esplora liberamente tutte le sfumature coloristiche, tingendo i suoi dipinti di una vasta gamma di pigmenti, che spaziano da toni più squillanti ad altri notevolmente più cupi e inquietanti.

Paul-Yves Poumay, Regards croisés (part.)

Nell’insieme, la produzione di Poumay esposta in questa sede – prosegue la dottoressa Scavone – mostra «una totale assenza di artifici accademici nell’approccio artistico, ma piuttosto l’uso di un’avvincente spontaneità, rintracciabile nei tratti immediati e sciolti del suo linguaggio figurativo». Come ha dichiarato lo stesso artista, per lui creare è vita, è un bisogno irresistibile al quale non può rinunciare, e il suo “modus operandi”, conclude la studiosa, ne è una «sincera testimonianza».

Paul-Yves Poumay, Regards croisés (part.)

L’apertura al pubblico, per tutta la durata dell’esposizione, è prevista dal lunedì al venerdì (dalle 11 alle 19) e il sabato (dalle 10 alle 13).

 

 

Nota biografica:

Paul-Yves Poumay nasce nel 1969 a Verviers, una città belga situata nella provincia di Liegi, nel nord-est della regione della Vallonia. Sin da piccolo, scopre di avere un debole per l’arte; dopo una lunga esperienza formativa, decide di seguire questa passione, iscrivendosi all’Accademia di Belle Arti di Spa. Autodidatta, la sua produzione si può definire poliedrica, in quanto annovera dipinti, sculture in terracotta e argilla, fotografie e installazioni. La sua poetica si colloca a metà strada fra due macro correnti artistiche, da lui esaltate e rielaborate con un tocco personalissimo: il primitivismo e il neo-espressionismo.

Poumay ha esposto sia in mostre personali che collettive a livello internazionale, tra cui la terza edizione dell’Art Show di Parigi (vincitore del secondo premio, 2019), la Fiera dell’Arte Contemporanea Europea di Strasburgo (2019) e l’HartExpo a Barcellona (2019); inoltre, è stato protagonista di due residenze d’artista in Italia (Val Camonica e Messina, entrambe nel 2019). Lo scorso anno, in piena pandemia, la Alemi Art Gallery di León – in Spagna – gli ha dedicato una mostra. La sua ultima personale, risalente a maggio del 2021, si è tenuta presso la galleria Spazio Arte Petrecca di Isernia (Molise).

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