Le sale di AlbumArte riprendono vita abbracciando il periodo trascorso nel desiderio di nuove visioni che partono innanzitutto dal luogo, dalla relazione con lo spazio, con le sue voci, i suoni che lo costruiscono, i perimetri, le aperture e le piccole aree obliate di un contesto conosciuto.
La mostra di Sonia Andresano Allegra ma non troppo, a cura di Daniela Cotimbo, si colloca nello spazio di mezzo tra un arrivo e una partenza, nei luoghi di un attraversare che è passaggio nell’ignoto, di un quotidiano che cambia coordinate, limiti, contesti, fa esperienza e si confronta con nuovi orientamenti e spaesamenti.
La parola è l’impalcatura da cui prende avvio la costruzione di ogni opera, giocata nel riconoscimento di una differenza, di un cortocircuito lemmatico e visivo che traccia una rotta ancora non scritta, tra un corpo esteso come l’ambiente di una fabbrica, di una galleria, e l’oggetto, sia esso piccolo elemento scultoreo, robot o lo sguardo stesso che vive di una percezione a volte convulsa, a volte ampliata da un tempo musicale che riempie i silenzi di un’assenza, in un crescendo ritmico che veste i toni di natura.

Nell’opera Che ci faccio qui? attraversare un luogo è una frenetica ricerca di parametri spaziali e riferimenti, un muoversi perpetuo, randomico e disorientato al di fuori di un orizzonte familiare. Qui, nelle sale di AlbumArte e contemporaneamente all’interno della Fabbrica del Vapore di Milano, lo sguardo si incarna in un macchinario domestico, un aspirapolvere robot, che nell’esperienza vorticosa e impacciata del nuovo, disperatamente tenta di delineare i confini, ritrovare equilibri e certezze, incontrando e scontrando ripetutamente contro ostacoli, in un’azione reiterata, caotica e irruenta, quasi immedesimata o replicante impressioni e sensazioni umane. Il moto, insensato e contraddittorio, traccia lo spazio come il suono che accompagna giravolte e rettilinei, andirivieni che non conoscono meta, ma che pure rivelano dettagli nascosti a punti di vista comuni.

Fotografie digitali, stampa su carta hahnemühle matt fibre, cornici in legno, matita, 13,5 x 18,5 e 15 x 10,5 cm, foto Sebastiano Luciano, courtesy AlbumArte
In Per filo e per segno un gesto delicato cuce trame di ricordi, oggetti ed echi di un tempo passato, mentre una sottilissima linea ritrova meta e origine di un percorso personale che rinnova rotte, passaggi, racconti, ma torna inevitabilmente in se stesso, costruendo dimore che segnano un’unitarietà identitaria imprescindibile.

Fotografie digitali, stampa su carta hahnemühle matt fibre, cornici in legno, matita, 13,5 x 18,5 e 15 x 10,5 cm, foto Sebastiano Luciano, courtesy AlbumArte
In Trammammuro il viaggio inizia nei sali e scendi degli ascensori, nelle partenze e negli arrivi consumati poco distante l’uscio di casa e si carica dei suoni della strada, del rumore di velivoli pronti a lasciare la pista o appena atterrati in terre natie o straniere. Note e accordi dell’andare scolpiscono spazio e tempo di un’azione concentrata in un ambiente ristretto, avvio di un tragitto spaziale e temporale, di una dislocazione senza posa.

Video, 2’ 27” minuti, foto Sebastiano Luciano, courtesy AlbumArte
L’opera video Allegra ma non troppo – che dà il titolo alla mostra nella citazione del movimento sinfonico della Pastorale di Ludwig van Beethoven – vive gli spazi di AlbumArte nei movimenti di una piccola scultura: una mosca bianca che conduce il fruitore nei luoghi che sfuggono allo sguardo, nella rarità di punti di vista scanditi dai suoni della natura circostante, che entra prepotentemente dalle finestre e ricopre ogni interstizio, indagato e scoperto di nuovo nella sua architettura invisibile.

Video, 3’ 43’ minuti, foto Sebastiano Luciano, courtesy AlbumArte
Il tempo delinea l’attesa e si fa corpo leggero che preannuncia mutamenti sempre nuovi e nuove accoglienze, nel giro di vento lieve che accompagna ogni volo, in un vociare indistinto di gente sull’uscio: un pubblico che riprende ad abitare gli spazi, a esperire un altrove che prende forma sulle pareti.

Nicoletta Provenzano
Nata a Roma, storica dell’arte e curatrice. Affascinata dalle ricerche multidisciplinari e dal dialogo creativo con gli artisti, ha scritto e curato cataloghi e mostre, in collaborazione con professionisti del settore nell’ambito dell’arte contemporanea, del connubio arte-impresa e arte-scienza.