CinemaPrimo PianoAl cinema è tempo di riscoprire i classici Disney, ma in versione nuova

Bianca Damato25 Aprile 2019
https://lacittaimmaginaria.com/wp-content/uploads/2019/04/wrgrsgrgdrg.jpg

Ormai da qualche anno siamo tornati a vedere, proiettati sul grande schermo, i grandi classici della Disney, quelli che ci hanno fatto sognare quando eravamo piccoli, al tempo delle videocassette. Quei famosi cartoni animati, però, sono tornati da noi in una chiave nuova: il live-action, ossia un film in cui le vicende sono interpretate da attori in carne e ossa, non più “ridotti” a una semplice voce. Si tratta di una vera e propria febbre da Disney perché, negli ultimi anni, queste produzioni sono aumentate esponenzialmente.

L’inizio di questo filone cinematografico è tuttavia iniziato ormai parecchio tempo fa, negli anni Novanta, ma era stato considerato come un fenomeno ristretto. E invece ultimamente le uscite si sono moltiplicate. Il tutto è cominciato nel 1994, quando la Walt Disney Pictures produsse un adattamento, in live-action, de Il libro della giungla, cartone animato del 1967 ispirato all’omonimo romanzo di Rudyard Kipling. Tra gli attori figuravano Sam Neill, famoso per le sue interpretazioni nella trilogia di Jurassic park, e un’allora sconosciuta Lena Headey, oggi conosciuta per il ruolo di Cersei Lannister nella serie Il Trono di Spade. L’accoglienza del film fu tuttavia piuttosto tiepida, sia da parte del pubblico, sia da parte della critica. La pellicola, infatti, incassò “solo” 43,2 milioni di dollari a fronte di un budget di 30 milioni. Poca cosa per produzioni di questo genere.

Accoglienza decisamente più calorosa la ebbe, due anni dopo, il remake in live-action de La carica dei 101, con una divertente Glenn Close nei panni della terribile Crudelia De Mon. La sua interpretazione fu molto apprezzata, al punto che – nel 1997 – ricevette una nomination ai Golden Globes come miglior attrice. Anche il pubblico premiò il film, facendogli raggiungere un incasso pari a oltre 320 milioni di dollari. E infatti da questa pellicola venne realizzato un sequel, nel 2000, dal titolo La carica dei 102, in cui la Close riprendeva il suo ruolo di Crudelia. Anche il sequel ebbe un discreto successo e ottenne una nomination ai premi Oscar per i costumi. Fino a qui, comunque, si trattava di produzioni sporadiche.

Il punto di rottura avviene nel 2010, quando Tim Burton firma Alice in Wonderland, rifacimento del famoso lungometraggio Disney Alice nel Paese delle Meraviglie del 1951. Il film è un vero successo: oltre un miliardo di dollari di incassi, un cast d’eccezione, tra cui Johnny Depp nei panni del Cappellaio Matto e Helena Bonham-Carter nel ruolo della perfida Regina di Cuori. Il film vanta anche un’ottima colonna sonora firmata da Danny Elfman con canzoni di Avril Lavigne, i The Cure e i Franz Ferdinand e ben due Oscar per i costumi e la scenografia. Con Alice in Wonderland si apre quindi una “golden era” per i remake in live-action della Disney. C’è solo un elemento negativo in questa produzione: il sequel. Nel 2016 la Disney realizza infatti un secondo film, questa volta diretto da James Bobin, dal titolo Alice attraverso lo specchio. Attori presenti nel primo film, tra cui Johnny Depp e la Carter, riprendono i loro ruoli. Ma il pubblico e la critica bocciano sonoramente la pellicola che, a fronte di un budget di 170 milioni, ne guadagna solo 70 e, infatti, viene inserito dalla rivista Best Movie come uno dei peggiori flop del 2016.

Negli anni successivi al film di Tim Burton, ogni stagione cinematografica ha prodotto una pellicola in live-action. Un buon successo, per esempio, lo ha ottenuto Maleficent, un remake della Bella addormentata nel Bosco, ma anche spin-off, dato che si concentra in particolare sulla figura di Malefica, interpretata sul grande schermo da Angelina Jolie. I buoni effetti speciali e una trama diversa da quella a cui eravamo abituati con il cartone animato del 1959 hanno decretato una buona accoglienza della pellicola. Non solo, la casa di produzione ha annunciato un sequel dal titolo Maleficent: Mistress of Evil, che uscirà nelle sale il prossimo ottobre. Rimanendo sempre in tema di principesse Disney, il 2015 è stato l’anno di Cenerentola, film che questa volta ricalca alla lettera la storia classica. Una mega produzione che vede alla regia Kenneth Branagh e protagonisti la giovane attrice inglese Lily James e Richard Madden, il Robb Stark de Il Trono di Spade. Le critiche sono state ottime e i guadagni ingenti.

L’anno successivo, invece, la Disney si è allontanata dal filone delle principesse, per tornare a raccontare le avventure di Mowgli. È uscito, infatti, un nuovo remake de Il libro della giungla. Questo rifacimento è stato ben accolto rispetto a quello del 1994. In particolare sono stati apprezzati gli effetti speciali (che sono stati premiati con l’Oscar), la fedeltà al cartone e la performance corale del cast che può contare nomi d’eccezione, da Bill Murray a Scarlett Johansson. La Disney ha annunciato di essere a lavoro su un seguito che uscirà, forse, nel 2020. Nel 2017 ritorna al cinema un’altra favola romantica: La Bella e la Bestia, con Emma Watson nei panni di Belle. Anche qui si loda molto l’utilizzo della CGI per dare vita al personaggio della Bestia. E siamo giunti al 2018, anno in cui abbiamo potuto vedere al cinema Ritorno al Bosco dei 100 Acri, la storia di Winnie The Pooh. Una piccola curiosità: il film, come tutto il franchise di Winnie The Pooh, è stato censurato in Cina, perché sono circolati sul web meme e vignette che rappresentano il Presidente della Repubblica Cinese, Xi Jinping, nei panni del famoso orsetto. Ritenuti offensivi dalla dittatura comunista cinese, sono stati dunque sottoposti a censura.

Il 2019 promette di essere un anno molto ricco di remake in live-action dei classici Disney. È atteso, infatti, più di un titolo. Un mese fa è arrivato anche nelle sale italiane Dumbo, diretto da Tim Burton, che torna a realizzare un film Disney. Il regista americano ha dichiarato che, per ricreare le atmosfere circensi di Dumbo, ha analizzato i film di Federico Fellini e ha cercato di portare sullo schermo un “mondo felliniano”. Per questo lungometraggio Burton si è voluto circondare di collaboratori storici, a partire dagli attori. Ha infatti riunito sul set Michael Keaton e Danny Devito, che avevano interpretato Batman e Pinguino, proprio in un film diretto da Tim Burton. A breve usciranno anche nuove versioni di Aladdin, con Will Smith nei panni del Genio della lampada, e Il Re Leone, previsto per il prossimo luglio. Sempre nel 2019 arriverà il remake di Lilli e il Vagabondo, che però non uscirà al cinema ma su Disney+, una nuova piattaforma streaming on-demand, simile a Netflix, che è stata da poco lanciata dalla casa di produzione. E poi ancora il 2020 sarà l’anno di Mulan e, in anni ancora da definire, ma già in lavorazione, la Disney ha annunciato Cruella, un film incentrato sul personaggio di Crudelia De Mon, Lilo&Stitch, Pinocchio, il Gobbo di Notre Dame e La Sirenetta. Insomma saranno anni in cui l’impero Disney tornerà a fiorire e a essere sempre più prepotentemente presente sui nostri schermi.

Ma, a questo punto, è doverosa una riflessione. Il ritorno e la riproposizione di queste storie, di trame e personaggi che il pubblico già conosce e ha avuto modo di amare durante l’infanzia (questo vale soprattutto per le generazioni cresciute tra gli anni ’80 e ’90) da un lato è piacevole, anzi è un sogno che si avvera. Si tratta infatti di storie che adesso vengono raccontate con la tecnologia, effetti visivi straordinari e la CGI. Però, da un altro punto di vista, non è lecito pensare che gli spettatori vogliano vedere sul grande schermo qualcosa di nuovo e originale, che non conoscono ancora? Ai cinefili l’ardua sentenza.

Bianca Damato

Giornalista, è nata a Benevento ma ha sempre vissuto a Roma. Ama viaggiare ma più di ogni altra cosa adora il cinema. Nel tempo libero va a teatro e non si perde mai un gran premio di MotoGP.