Ritmi sincopati, precari accordi dissonanti nello strepitante affastellarsi indistinto dell’indeterminatezza che caratterizza tempi e società, sono il fusto su cui si innesta la visione di Aftermodernism. A Perspective on Contemporary Art Chapter 2. Ben Edwards – Tom Sanford, nella sua seconda riflessione con gli artisti Ben Edwards e Tom Sanford, a cura di Cesare Biasini Selvaggi, presso la galleria Mucciaccia Contemporary.
Aftermodernism è un progetto espositivo inaugurato nel 2019 con l’intento, attraverso doppie personali a cadenza annuale, di presentare le ricerche degli artisti internazionali entrati a far parte della collezione di Hubert Neumann, da lui stesso definite Aftermodernism a partire dal 2013.
L’esposizione presenta una ventina di opere create appositamente per questo focus che porta per la prima volta in Italia l’attenzione sulla vasta e incredibile collezione di uno tra i più celebri collezionisti del panorama contemporaneo, dalla visione prismatica, dallo sguardo eclettico.
Hubert Neumann, nutrito da un ambiente familiare caratterizzato dalla passione per l’arte iniziata dal padre già ai primi del Novecento, negli anni forma un patrimonio artistico di oltre 2.600 opere – esposte nella sua casa-museo nell’Upper East Side di New York – che vanno dal Cubismo alla Pop art, dall’Astrattismo all’Espressionismo Astratto americano, dalla Scultura d’avanguardia al Graffitismo, dai maestri del Novecento alle voci più contemporanee. Una collezione d’arte riflette il pensiero, la volontà, i principi estetici, i paradigmi speculativi del collezionista, e al contempo permane espressione culturale che riferisce di uno specifico “zeitgeist”: le opere della collezione Neumann indagano il mondo contemporaneo nelle sue asimmetrie e smodate caoticità in una nuova visione attraverso le generazioni, che coglie, rappresenta e supera, apparenze e complessità della società odierna.

Di questa società in perenne bilico e conflitto con se stessa le opere in mostra di Edwards e Sanford ne indagano l’umanità in confronto con le proprie icone consumistiche, con i miti tecnologici e le sue interrogazioni, in uno spettro di indagine in asse tra celebrazione e critica.
Nella poetica di Benjamin Edwards gli aspetti originari di umanità e natura sono intrisi di una essenza tecnologica e uniti in una dialettica caotica, una energica persuasione non risolta, che ne evidenzia la forza eguale e contrapposta nelle accese, stridenti e acide cromie.

Nelle opere esposte si convogliano simbologie, spazi metrici e geometrici, elementi vegetali, paesaggi fluidi che si addizionano e giustappongono a ritratti, ordinati in una struttura prosodica sfuggente, ma marcata.

I dipinti di Tom Sanford attingono alla storia dell’arte, ai fumetti, alle immagini pubblicitarie rielaborate e ricreate nei generi pittorici della natura morta o delle scene di genere in cui i soggetti sono trattati senza indulgenza, nell’ambivalenza della quotidianità, nell’oggettività più cruda della vocazione al trionfo, nella sconfortate iniquità. Le nature morte – nella prevalenza dell’immagine sul dato oggettuale – presentano marchi iconici pubblicitari, oggetti di consumo nel loro dato segnico che traspone il valore funzionale in valore sociale, da sistema oggettuale a processo e codice comunicativo.

Il catalogo in mostra, a cura di Cesare Biasini Selvaggi ed edito per i tipi di Carlo Cambi editore, è il secondo di una serie dedicata agli artisti dell’Aftermodernism.

Nicoletta Provenzano
Nata a Roma, storica dell’arte e curatrice. Affascinata dalle ricerche multidisciplinari e dal dialogo creativo con gli artisti, ha scritto e curato cataloghi e mostre, in collaborazione con professionisti del settore nell’ambito dell’arte contemporanea, del connubio arte-impresa e arte-scienza.